Km zero? Dealer su, OEM giù

Crescono le km zero immatricolate dai concessionari, mentre si riduce di molto il ricorso alle auto-immatricolazioni da parte dei costruttori. I privati stentano ancora, il diesel perde oltre 100.000 vendite e il noleggio a lungo termine continua a crescere, nonostante la battuta d’arresto di settembre e ottobre.

Andamento altalenante per il mercato dell’auto nel 2018: da gennaio a ottobre sono stati 4 i mesi in positivo (gennaio +3,5%, aprile +6,5%, luglio +4,5% e agosto +9,3%) e ben 6 quelli in negativo (febbraio -1,3%, marzo -5,7%, maggio -2,7%, giugno -7,3%, settembre -25,3% e ottobre -7,2%). Tra i risultati confortanti, agosto, che però è un mese poco significativo nei volumi, e “drogato” dallo smaltimento dei modelli omologati secondo le norme antecedenti al WLTP, mentre il bilancio in rosso di settembre è stato decisamente preoccupante.

A due mesi dalla fine dell’anno, il bilancio provvisorio di esercizio del mercato è di un arretramento del 3%, pari a 52.000 vetture immatricolate in meno. Annata positiva, dunque , oppure negativa? È questione di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Ma sempre mezzo bicchiere rimane. Un 2018 che verrà ricordato per il forte ridimensionamento delle vendite di auto a gasolio (-108.000 nei primi 10 mesi), ma non per la contemporanea sostituzione di questi mancati acquisti con alimentazioni alternative: le elettriche sono passate da 2.300 a meno di 5.000. Raddoppiate, ma insufficienti per far considerare l’Italia a un passo dalla rivoluzione elettrica. Le ibride sono cresciute da 55.000 a 73.000: non abbastanza per compensare il calo del diesel. Le gpl sono addirittura in flessione (-3%) e le auto alimentate a metano hanno registrato un saldo attivo di sole 8.000 unità.

Km zero per i dealer

A prosperare sono sempre e soltanto le auto-immatricolazioni: 255.000 nel solo comparto Passenger Cars. Con una novità, però, rispetto agli scorsi anni: sono diminuite di ben 20.000 unità. Ma non per merito dei dealer. Perché a scendere sono state le km zero e le demo degli OEM, che sono passate da quasi 90.000 a 57.000. Mentre quelle dei concessionari sono cresciute da 185.000 a quasi 200.000 unità. Il “peso” delle auto-immatricolazioni, insomma, è passato ormai quasi interamente sulle spalle dei dealer. In questi numeri non sono comprese le immatricolazioni “uso noleggio” dei concessionari, che quest’anno sono arrivate a 30.000, dalle 17.500 del 2017. Quante di queste vetture sono utilizzate effettivamente come auto sostitutive a disposizione dei clienti durante le manutenzioni, e quante invece vanno a ingrossare le fila delle km zero? Il fenomeno dei “rent-a-car” (le virgolette sono d’obbligo) dei concessionari costituisce il secondo player del mercato del noleggio a breve termine, perché prese tutte assieme le loro immatricolazioni non sono poi così distanti dal leader di mercato (Avis-Maggiore, che sfiora le 40.000 unità, mentre il secondo operatore, Hertz, supera di poco le 20.000 immatricolazioni).

Il comparto delle auto-immatricolazioni, vero e proprio quarto canale del mercato dopo privati, aziende e noleggio, ha regolarmente targato una media compresa tra le 25.000 e le 30.000 vetture al mese, con le sole eccezioni di agosto (17.400 unità), settembre (23.000) e ottobre (18.000). E non è un caso che siano stati proprio questi ultimi tre mesi a mostrare segni di cedimento: ad agosto il risultato delle auto-immatricolazioni è stato comunque di crescita rispetto all’agosto precedente, perché occorreva snellire gli stock delle vetture in fase di sostituzione (per l’imminente entrata in vigore dell’obbligo, da settembre, di produrre le Euro6D-Temp ed Euro 6D). Il risultato di settembre è stato in linea con il forte calo del mercato (-25,3%), così come a ottobre.

Privati sempre in flessione

Non è una novità, invece, la continua erosione della quota delle vendite ai privati, che quest’anno è scesa sotto il 56%. Complessivamente mancano all’appello 35.500 vetture (-3,7%), ossia appena un po’ di più del calo del mercato nel suo complesso (-3%). L’emorragia era iniziata lo scorso anno (-2%, ossia circa 22.000 unità in meno) ed è continuata quest’anno: solamente nei mesi di aprile (+5.000 targhe ai privati), maggio (+1.000), luglio (+1.700) e ottobre (+4.000) il mercato ha dato segnali positivi sul versante degli acquisti delle famiglie italiane. Particolarmente pesanti le flessioni di febbraio (-13.600), marzo (-18.300) e settembre (-14.000). Come l’anno scorso gli acquisti dei privati si sono rivolti con estremo favore anche al mercato delle km zero. Ma il fenomeno del 2018 è l’accesso al noleggio a lungo termine, una formula di acquisizione che sta conquistando le famiglie, soprattutto quelle residenti nelle grandi aree metropolitane e che riguarda in particolare le vetture di piccole dimensioni (spesso si tratta della seconda o terza auto del nucleo familiare).

Il noleggio a lungo termine sembrava stesse vivendo l’ennesima stagione d’oro. Ma i dati degli ultimi mesi hanno spento qualche sorriso. Fino ad agosto il comparto del NLT viaggiava a un tasso medio di crescita del 12%, inferiore rispetto a quello del 2017, che era stato del 19% (pari a 42.000 contratti di noleggio in più), ma comunque molto significativo. Poi, da settembre, un forte rallentamento, se non addirittura un’inchiodata: -38% nel nono mese dell’anno e -21% a ottobre. Così il comparto ha eroso quasi tutti i risultati positivi del 2018 (soltanto a maggio si era registrato un altro segno meno, con un disavanzo del 5,3%). Da oltre 20.000 immatricolazioni in più rispetto al 2017 che si erano conteggiate alla fine d’agosto, si è passati alle poco più di 6.000 unità di vantaggio rispetto allo scorso anno alla fine di ottobre, pari a un incremento del 2,8%. Sempre di risultato positivo si tratta, ma gli scorsi anni, dopo l’uscita dal tunnel della crisi, il comparto del NLT ci aveva abituato a ben altri tassi incrementali.