Comunicato Stampa Dataforce: Mercato Auto e Veicoli Commerciali Aprile 2019

Ripresina di primavera

 

Per la prima volta quest’anno il mercato dell’auto fa segnare un risultato positivo (+1,59% per le Passenger Cars), dopo un gennaio molto negativo (-7,49%), un febbraio con una contrazione meno accentuata (-2,34%) e un marzo che ha accusato una flessione ancora peggiore: -9,51%. Risultato ancora più positivo per il comparto Light Commercial Vehicles, che ha fatto segnare un saldo in forte attivo: +11,99%. Nel quarto mese dell’anno sono stati immatricolati complessivamente 188.575 veicoli (Passenger Cars + Light Commercial Vehicles) a fronte dei 184.382 dell’aprile 2018 (+2,27%). Questi dati non comprendono le importazioni parallele, ossia le targhe di veicoli nuovi che non sono transitate attraverso gli importatori ufficiali, che ad aprile sono state 16.105 (Passenger Cars) rispetto alle 8.623 dello stesso mese del 2018: + 86,77%, cui si sono aggiunti 416 veicoli commerciali leggeri (+10,64%). Il forte incremento del mercato parallelo, quasi raddoppiato, ha contribuito a far risalire il mercato dalla flessione registrata nel primo trimestre. Complessivamente, però, il comparto rimane in territorio negativo: -0,76%, con un totale di 847.442 nuove targhe in questo primo quadrimestre del 2019.

Aprile è stato il secondo mese degli eco-bonus: tra elettriche e ibride plug-in, cioè le tipologie di vetture che possono ambire all’incentivo, sono state 1.766 le unità vendute, con un incremento di quattro volte rispetto allo scorso anno, seppure con un contributo modesto nei numeri assoluti.

Tra le Passenger Cars ufficiali, il canale dei privati, dopo un primo trimestre positivo, ha chiuso il quarto mese dell’anno con un utile ulteriore (+2,45%, corrispondente a 2.263 unità in più), e il saldo trimestrale rimane in attivo per 4,44 punti percentuali (sono circa 17.500 targhe in più). In positivo ad aprile anche il comparto delle vendite dirette aziendali: +1,53%. Bene anche gli altri canali di distribuzione: il noleggio a lungo termine è tornato al segno più, con un incremento del 13,49% (ma rimane negativo nel quadrimestre per 7,19 punti), il breve termine ha fatto segnare un incremento del 33,28% (riducendo la perdita quadrimestrale al 6,03%). L’altra buona notizia è che le auto-immatricolazioni dei concessionari continuano a diminuire (-12,73%) così come quelle degli OEM (-88,84%).


Roma, 2 maggio 2019 – Con un numero di giornate lavorative utili all’immatricolazione superiore rispetto ad aprile 2018 (20 contro 19), il terzo mese dell’anno si è chiuso con un bilancio positivo per il mercato dell’auto: +6,06% (Passenger Cars + Light Commercial Vehicles). Se però si escludono dai conteggi gli oltre 16.500 veicoli di importazione parallela (con un rialzo superiore all’80%), l’incremento è meno significativo: +2,27% (+1,59% per le Passenger Cars, +11,99% per i Light Commercial Vehicles). Ad aprile sono state immatricolate 175.049 vetture ufficiali (2.745 in più), 13.526 autocarri leggeri ufficiali (con un saldo positivo di 1.448 unità), 16.105 vetture parallele (7.482 in più) e 416 veicoli commerciali leggeri paralleli (40 in più). I canali di importazione non ufficiali rappresentano il 9% sul totale delle immatricolazioni italiane, un volume sempre più significativo.

Ad aprile il mercato ufficiale dell’auto (Passenger Cars) ha rialzato la testa con un +1,59%, dopo il trend negativo che aveva caratterizzato l’ultimo trimestre del 2018 e i primi 3 mesi del 2019. Le nuove targhe di vetture sono state 175.049, contro le 172.304 dell’aprile precedente. Un incremento di 2.745 unità, cui hanno contribuito tutti i canali di distribuzione, tranne le auto-immatricolazioni. Il saldo del quadrimestre, però, è positivo soltanto per i privati, che hanno acquistato quasi 17.500 vetture in più (+4,44%) e per le immatricolazioni business (+0,42%), mentre il comparto del rent, che pure ha chiuso aprile in attivo sia nel lungo termine (+3.266 unità, +13,49%) sia nel breve (+7.379 unità, + 33,28%), rimane in territorio negativo nel cumulato quadrimestrale: il NLT ha perso nel primo quadrimestre quasi 8.000 contratti (-7,19%) e il NBT ha immatricolato 6.000 vetture in meno (-6,03%). In calo anche le auto-immatricolazioni dei concessionari e, in misura maggiore, delle Case costruttrici: un bene, in effetti. Gli OEM stanno a -83,94% nel cumulato, corrispondente a oltre 25.000 vetture in meno, mentre il regresso delle km zero/demo dei dealer è del 14,84%, pari a 12.100 targhe. Ed è anche per questo motivo che i privati vanno così bene: non trovando più tutto il “finto nuovo” dello scorso anno, acquistano il “vero nuovo”. Di fatto, un mercato più sano.

Il comparto del NLT è tornato in territorio positivo, dopo le pesanti battute d’arresto dell’ultimo scorcio del 2018 e dei primi tre mesi del 2019, e ad aprile ha registrato un attivo del 13,49%. Ma sono gli operatori “captive” (cioè quelli controllati dai Costruttori) ad evidenziare un trend molto positivo (+49,71%), mentre i generalisti Top hanno fatto segnare un ennesimo decremento: -10,81%, da imputare comunque a 3 dei primi 4 player del comparto. Per la prima volta da anni, ad aprile le captive hanno superato i volumi delle concorrenti generaliste: 13.835 contratti per le prime e 13.117 per le seconde. Complessivamente il NLT ha immatricolato ad aprile 27.481 vetture contro le 24.215 dell’aprile 2018.

Il settore del noleggio a breve termine ad aprile ha chiuso in forte attivo (+33,28%), segnando un’inversione di tendenza rispetto a gennaio, febbraio e marzo: dopo qualche mese di flessione per compensare il maggiore inflottamento anticipato a dicembre, il canale del Rac ad aprile ha immatricolato 29.553 vetture contro le 22.174 dello scorso anno.

Le demo e le km zero dei concessionari e delle case presentano un andamento differente: complessivamente ad aprile sono state 15.319 (contro le 25.603 del 2018). Ma mentre quelle dei dealer, 14.289 unità, sono scese di 2.085 targhe (-12,73%), quelle degli OEM sono passate da 9.229 dell’aprile 2018 alle sole 1.030 di quest’anno (-88,94%). A queste cifre vanno aggiunte però anche le 2.677 immatricolazioni che i dealer hanno intestato alle proprie società di noleggio a breve termine, che rappresentano un incremento del 7,17%.

Le marche e i modelli – La graduatoria degli OEM vede ad aprile un andamento differenziato nelle prime posizioni. Fiat si mantiene al comando, ma a differenza degli ultimi tempi riesce a chiudere il mese in pareggio. Il costruttore nazionale ha immatricolato 30.120 vetture, solamente 60 meno di aprile 2018. La sua quota di mercato nel 2019 è comunque scesa al 15,95% (oltre 2,5 punti in meno del 2018). Al secondo posto dietro Fiat c’è Volkswagen, che ha fatto registrare un saldo positivo del 5,57%. Il brand di Wolfsburg ha immatricolato 15.246 vetture contro le 14.441 dell’aprile precedente. Il terzo posto in graduatoria è appannaggio (come a marzo) di Ford: ha chiuso il mese in negativo (10.942 nuove targhe, -8,09%), seguita da Peugeot con 10.231 nuove targhe (+7,07%). Nelle posizioni di rincalzo, Opel in forte crescita (+21,91%), Renault in grande flessione (-23,56%), che è stata quasi raggiunta da Dacia (+96,78%, che raddoppia le immatricolazioni), Citroen (+6,72%), Toyota (+6,32%) e Jeep (-12,50%). Fuori dalla Top Ten la Lancia, pur in crescita del 30,74%, che ad aprile è davanti ad Audi (-3,30%). Nelle retrovie, da segnalare le prestazioni negative di Hyundai (-17,05%) e Alfa Romeo (-50,04%).

Nella classifica dei modelli più venduti del 2019, la Panda rimane in testa alla graduatoria e fa segnare ancora una volta un mese di crescita (+53,6%). Ad aprile, della citycar Fiat ne sono state immatricolate 14.001 unità (quasi 5.000 in più). Al secondo posto della Top Ten modelli è rimasta la Lancia Ypsilon, anch’essa in forte crescita (+30,77%, con una quota “fisiologica” di km zero del 19%). Terza è la Fiat 500 (-6,38%), seguita dalla Dacia Duster, straniera più venduta in Italia ad aprile (+225%) e dalla Fiat Tipo (che bissa il risultato del 2018). Quest’ultima è tallonata dalla Renault Clio (-18,57%) e dalla Citroen C3 (+5,99%). Nelle retrovie la sempre più sorprendente Volkswagen T-Roc (+102%) che ha preceduto di poco la Dacia Sandero (+43%) e la Jeep Renegade (-9,63%).

I veicoli commerciali – Passando all’analisi del comparto veicoli commerciali leggeri, ad aprile è continuato il trend positivo, con un incremento delle immatricolazioni più sostanzioso: +11,99%. Si tratta di 1.448 immatricolazioni in più. Nel mese che ha chiuso il primo quadrimestre del 2019 sono stati targati 13.526 LCV fino a 3,5 t. Le immatricolazioni dirette dei privati (ditte e artigiani) e delle aziende rappresentano quest’anno il 64% delle vendite totali, mentre il noleggio a lungo termine ha raggiunto una market share di circa il 25%. Il breve, invece, occupa una quota del 5,61%. Quest’ultimo è in leggera crescita (+0,58%), così come il NLT (+0,49% di market share). Ad aprile Il noleggio a lungo termine di LCV ha aumentato le immatricolazioni del 7,50%, mentre il NBT è cresciuto del 17,54%.

Nel comparto degli LCV continua la forte flessione delle auto-immatricolazioni da parte dei costruttori (-84%) mentre quelle dei dealer sono calate meno -3,98%). Le immatricolazioni a ditte individuali, artigiani e professionisti a marzo sono state 2.528 (+10,78%), quelle delle aziende (proprietà o leasing) 5.911 (+11,76%), quelle del NLT 3.293, quelle del NBT 1.116, quelle delle demo e dei km zero dei concessionari 651, mentre quelle degli OEM soltanto 27.

Le alimentazioni – Il diesel continua la sua emorragia nelle vendite: ad aprile ha fatto segnare un calo delle immatricolazioni del 18,47%, mentre il benzina cresce in maniera più vigorosa: +32,96%. Ormai le immatricolazioni dei due principali carburanti si avvicinano: 79.000 le auto a benzina targate d aprile, 83.000 le auto a gasolio. In un solo mese sono state immatricolate circa 19.000 auto a gasolio in meno, mentre quelle alimentate a benzina sono state 20.000 in più. Le immatricolazioni di auto a gpl sono in crescita del 12,55%, mentre quelle delle vetture a metano sono invece calate sensibilmente per mancanza di prodotto: -20,95% (corrispondenti a circa 1.000 unità in meno). Le elettriche sono cresciute in maniera formidabile grazie agli incentivi, (+294,87% pari a 920 unità in più). Anche le ibride sono cresciute di ben 29,83 punti percentuali, passando dalle 7.285 di aprile 2018 a 9.458 di aprile 2019. Le ibride plug-in, ossia quelle incentivate dalla recente introduzione dell’ecobonus, hanno fatto segnare una crescita del 223,93%, pari a 365 unità vendute in più.

I segmenti – Ad aprile, gli unici segmenti di volume a reggere il passo dello scorso anno e far segnare incrementi sono stati l’A (ossia le citycar) e i Suv di tutte le dimensioni. Il segmento A ha fatto registrare un aumento delle immatricolazioni del 23,25% (sono quasi 6.000 unità in più, soprattutto grazie alla Fiat Panda), i Suv sono cresciuti in percentuali comprese tra il 4 e il 10% (quest’ultima percentuale si riferisce al comparto di maggior successo, il B-Suv). In sofferenza tutti gli altri segmenti, con quelli delle monovolume che ad aprile hanno perso oltre il 30% delle immatricolazioni. Nel cumulato del primo trimestre sono stati immatricolati 294.000 suv/crossover, con una crescita di circa 10.000 unità.

Le emissioni di CO2 – Per meglio comprendere l’andamento delle vendite in relazione agli incentivi statali per elettriche e ibride plug-in (con emissioni di CO2 fino a 70 g/km e un prezzo di vendita non superiore ai 50.000 euro + Iva) e l’incidenza del malus che grava sulle vetture con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km, da questo mese Dataforce pubblica anche una tabella delle immatricolazioni suddivise per classi di emissione di CO2 (fino a 70 g/km, da 71 a 160 g/km e da 161 g/km) e per canale di vendita (privati, flotte, noleggio a lungo termine, noleggio a breve termine e auto-immatricolazioni OEM e Dealers). Nella prima classe di emissione, quella agevolata dagli incentivi, l’aumento delle immatricolazioni è stato del 113,54%, con le flotte aziendali a +212% e i privati a +142%. Notevole anche l’incremento del NLT (+83%) mentre, come era logico aspettarsi, il NBT ha fatto registrare un calo consistente (-57%). Nella classe di emissione intermedia, ossia quella non influenzata dagli incentivi né penalizzata dall’eco-malus, le vendite sono rimaste sullo stesso livello dell’aprile precedente. Invece nella categoria superiore ai 160 g/km di CO2, l’effetto della nuova tassa da versare all’atto dell’immatricolazione non ha penalizzato le vendite, anzi: è stato targato infatti il 43,4% di veicoli in più, in particolare dal noleggio a lungo termine (+71%), dai privati (+56%) e, in misura minore dalle flotte (+33%).

Ultimi tre giorni – Finalmente sotto al 40% le immatricolazioni dell’ultima ora: ad aprile soltanto il 37,78% dei veicoli sono stati targati nei giorni 26, 29 e 30. Questo risultato è stato ovviamente influenzato dal lungo ponte che quest’anno ha compreso le festività di Pasqua, 25 aprile e primo maggio. In questi ultimi 3 giorni lavorativi sono stati immatricolati 71.249 veicoli su un totale di 188.575. La tabella allegata a questo comunicato, che evidenzia i numeri delle immatricolazioni degli ultimi tre giorni, è costruita secondo lo schema 80/20, ovvero mostra i marchi che con i loro volumi “fanno” l’80% del mercato e raggruppa sotto la voce “Altro” il restante 20%. Nel quarto mese dell’anno il costruttore che ha targato i maggiori volumi negli ultimi tre giorni è stato Fiat, che ha immatricolato il 50,62% delle sue vetture. Al secondo posto Opel (50,1%). Terza è Mini (49,68%), seguita da Lancia (48,94%) e BMW (48,56%). Tra i virtuosi, Suzuki (13,03%), Kia (14,34%), Smart (15,05%), Renault (18,81%) e Dacia (26,69%).

Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia ha così commentato i dati del quarto mese del 2019: “Ad aprile è iniziato a farsi sentire l’effetto dell’eco-bonus, che ha consentito un’impennata delle vendite di auto elettriche (quadruplicate), ma che rimangono su livelli nettamente inferiori alla media europea. In forte aumento anche le immatricolazioni di auto ibride plug-in (triplicate), ma le statistiche indicano chiaramente che i numeri necessari a un reale svecchiamento del parco circolante non potranno essere raggiunti dall’attuale schema di bonus-malus. Gli automobilisti italiani avrebbero bisogno di ben altri incentivi, che possano premiare auto di maggiore diffusione e soprattutto con prezzi di acquisto ben più bassi dello “scontrino medio” di una plug-in o di una elettrica. L’usato fresco in questo disegno è il vero escluso, e ci perderemo tutti in questo. Parallelamente è da notare che l’eco-malus non ha orientato le scelte dei consumatori verso motorizzazioni con emissioni inferiori ai 160 g/km di CO2, anzi: le immatricolazioni delle auto penalizzate dall’eco-tassa sono cresciute del 43%. Guarda caso, in questa fascia, il peso del diesel ad aprile è stato del 75% mentre sul cumulato dell’80%. Perché, a conti fatti, l’evidenza sta dimostrando che l’economia di esercizio garantita dai diesel moderni riesce anche a superare l’ennesima gabella che colpisce la mobilità degli italiani”.