Generalisti del noleggio all'arrembaggio

Cresce il noleggio a lungo termine in Italia, anche se ad avvantaggiarsi sono soprattutto gli operatori controllati dalle banche. Stabili, invece, i risultati delle captive Con 135.074 immatricolazioni nei primi 8 mesi del 2015, il comparto del noleggio a lungo termine si segnala come uno dei settori più vivaci del mercato dell’automobile, da quest’anno finalmente … Leggi tutto “Generalisti del noleggio all'arrembaggio”

Cresce il noleggio a lungo termine in Italia, anche se ad avvantaggiarsi sono soprattutto gli operatori controllati dalle banche. Stabili, invece, i risultati delle captive

Generalisti del noleggio all'arrembaggioCon 135.074 immatricolazioni nei primi 8 mesi del 2015, il comparto del noleggio a lungo termine si segnala come uno dei settori più vivaci del mercato dell’automobile, da quest’anno finalmente in ripresa. La sua crescita rispetto al 2014 (17,9%) è inferiore soltanto a quella del settore dei rent-a-car, il cui incremento è però fortemente influenzato dal picco anomalo di immatricolazioni “extra” dovute all’Expo di Milano nei primi mesi di quest’anno. Delle quasi 148.000 auto nuove in più rispetto al 2014 entrate complessivamente in circolazione in Italia da gennaio ad agosto, circa 21.000 sono state acquistate mediante la formula del noleggio a lungo termine. Nel 2015 il nlt ha così già raggiunto le 135.000 immatricolazioni, proiettando le stime del risultato di fine d’anno a non meno di 185.000 nuove targhe. Ossia un obiettivo che non si raggiungeva dall’epoca ante-crisi.
Un mercato in buona salute, quindi, quello dell’auto in affitto di lungo periodo, a conferma che questa formula di acquisizione continua a crescere nel gradimento degli italiani, anche se quasi soltanto tra la clientela business. Ma quali sono gli operatori del settore che hanno beneficiato maggiormente dell’espansione di questa formula alternativa all’acquisto diretto, formula che, soprattutto le aziende di medie e grandi dimensioni, dimostrano di apprezzare sempre più? Sono le società di noleggio “generaliste” di maggiori dimensioni, ossia quelle che nella classificazione Dataforce vengono definite “Nlt Top” (Ald Automotive, Arval, Athlon, GE Capital, Car Server, LeasePlan e Locauto).
La segmentazione Dataforce mette a confronto le Nlt Top con gli operatori “captive” (le società di noleggio a lungo termine controllate direttamente dalle Case automobilistiche (Alphabet di BMW, Leasys di FCA, Mercedes-benz, PSA Renting e Volkswagen Leasing) e con il terzo e ultimo raggruppamento che comprende tutti gli altri operatori di minor volume.
Delle 20.722 unità in più, ben 18.935 sono state immatricolate dalle Nlt Top, con Arval che mantiene saldamente la pole position (market share 16,9%), seguita da Ald (13,8%) e LeasepLan (11,8%). La leadership del mercato, però, rimane nelle mani di una captive, Leasys, che mantiene una quota del 20,4%. Va precisato, però, che queste market share non sono definitive perché, al momento in cui questa edizione de Il Sole 24 Ore va in stampa, le statistiche devono ancora essere consolidate poiché comprendono tuttora un 7% delle immatricolazioni Nlt Top da riclassificare (cioè da assegnare all’effettivo operatore) e un ulteriore 4% tra le nuove targhe delle Nlt Captive.
Quale significato assume questa forte crescita dei noleggi venduti dalle grandi società di noleggio a lungo termine controllate dalle Banche, mentre gli operatori di emanazione automobilistica restano al palo, mostrando un andamento più stabile? Il risultato è frutto, a mio avviso, di una strategia commerciale più aggressiva sul versante del prezzo da parte dei noleggiatori “generalisti”, ma anche grazie alle più efficaci strategie e organizzazioni commerciali di questi player. Le “Big Three” (Arval, ALD e LeasePlan) hanno migliorato sensibilmente la propria struttura commerciale interna ed esterna (ossia i broker), per coprire al meglio il territorio nazionale e per conquistare fette sempre più consistenti anche del mercato delle Pmi e dei liberi professionisti, una tipologia di clientela che fino a poco tempo fa era di appannaggio quasi esclusivo dei noleggiatori captive, che operano soprattutto attraverso le reti dei concessionari dei marchi cui appartengono le captive.
Fra i noleggiatori “brandizzati”, a parte Leasys che vanta nel suo portafoglio molti colossi industriali e ha sviluppato un ampio ventaglio di progetti che spaziano dal corporate al retail, le altre captive rimangono quasi sempre focalizzate sul business delle aziende di piccole e medie dimensioni, le ditte individuali, i professionisti e gli artigiani, sviluppando strategie commerciali particolarmente aggressive per la vendita del prodotto noleggio in concessionaria. D’altra parte, gli Nlt Top hanno saputo ben diversificare il loro portafogli d’offerta, aggredendo in maniera efficace sia i clienti con parco auto più dimensionato, sia le microimprese e i privati. In particolare il segmento “small business” è contattato attraverso vere e proprie campagne promozionali sul web oppure di direct marketing (mailing, web demo e telefoniche).
Il noleggio captive continua a insistere principalmente su un cliente che vede il prodotto nlt come un’alternativa a formule finanziarie più tradizionali (leasing e finanziamento classico), spingendo sui vantaggi garantiti da un pacchetto aggiuntivo di servizi assistenziali ufficiali e assicurativi. L’ostacolo maggiore alla crescita dei volumi, però, è data dallo scarso interesse che la clientela privata prova nei confronti delle formule alternative all’acquisto. Fino a quando le captive di noleggio non riusciranno a scardinare il mercato retail (che ha un potenziale enorme, come gli addetti ai lavori sostengono da anni, anche se con scarsa convinzione commerciale), i risultati di vendita delle concorrenti di emanazione bancaria rimarranno migliori, nonostante la presenza tra le captive di un player di grandi dimensioni come Leasys (FCA Group).
La crescita delle grandi società di noleggio indipendenti dai costruttori è stata dunque, nei primi 8 mesi del 2015, del 31,7%, mentre quella degli operatori captive è stata inferiore al 2%. Molto vigoroso in termini percentuali il balzo in avanti degli operatori di piccole dimensioni: +60%, anche se quasi trascurabile in valori numerici assoluti.
Salvatore Saladino
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