La corsa del breve termine

La stagione estiva, significativa per il comparto RAC, si è chiusa alla grande. Mentre cresce a dismisura il fenomeno del noleggio furgoni per gli operatori di e-commerce

di Salvatore Saladino – Country Manager Dataforce Italia

Nel 2018 il noleggio a breve termine corre molto di più di quanto i numeri delle immatricolazioni facciano pensare. È un comparto in ottima salute, cui fanno sempre più ricorso gli automobilisti italiani, per le necessità più disparate, sia professionali sia di vacanza. Al termine del periodo estivo, quello solitamente più indicativo per lo stato di salute del settore dei rent-a-car (nel terzo trimestre dell’anno si realizza il 40% del business), le informazioni che si ricavano dagli addetti ai lavori sono estremamente positive: quasi ovunque le stazioni di noleggio hanno registrato il sold out e il cliente che sperava in un noleggio last minute in alcuni casi è rimasto a piedi. La situazione, positiva per gli operatori, negativa ovviamente per i consumatori, è stata particolarmente significativa nelle Isole. Tutto ciò nonostante le società di noleggio si fossero attivate per incrementare il parco veicoli a disposizione dei clienti: a fine giugno le fonti ufficiali parlano di una flotta di 138.000 unità, con un incremento dell’11%. Un parco auto a disposizione particolarmente consistente, se paragonato a quello dello scorso anno, che mediamente era di 120.000 unità. Occorre precisare che la flotta dei RAC fluttua parecchio durante l’anno, perché le auto rimangono in uso per periodi compresi tra i 6 e i 9 mesi, con un picco massimo delle dimensioni della flotta che si registra naturalmente in prossimità del periodo estivo.

Benedetto e-commerce

Se il segmento “leisure”, cioè quello del tempo libero, quindi legato principalmente al turismo, ha fatto segnare un’estate molto positiva, anche quello “business”, che si rivolge a chi utilizza l’auto di noleggio a breve termine per motivazioni di lavoro, non è stato da meno. Lo si è notato nel bilancio provvisorio, per il momento soltanto “ufficioso”, che l’associazione di categoria Aniasa ha anticipato a L’Automobile: il fatturato realizzato dagli uffici di distribuzione presenti nelle sedi aeroportuali è cresciuto in maniera più consistente rispetto a quello ottenuto nelle sedi “Downtown” (cioè nelle città), anche e soprattutto nelle metropoli più legate al mondo degli affari e meno a quello del turismo.

A dare una spinta ulteriore al comparto del noleggio a breve, è il sempre più diffuso fenomeno della distribuzione “door to door” dell’e-commerce: sono ormai molti gli operatori del commercio elettronico che si affidano ad autisti “privati” per le consegne ai clienti, vettori che, non essendo dotati di un proprio furgone, si rivolgono al noleggio. Il parco auto dei veicoli commerciali leggeri, nel primo semestre di quest’anno, è cresciuto di ben il 26% proprio per questo motivo, a fronte di un incremento (già cospicuo) della flotta auto “soltanto” del 10%.

Fiammata iniziale

Ma veniamo ai numeri consolidati del mercato. Le immatricolazioni (fonte: Dataforce) dei primi 7 mesi del 2018 del noleggio a breve termine sono state di 148.529 unità (Passenger Cars + Light Commercial Vehicles), rispetto alle 144.671 dello stesso periodo del 2017. L’incremento è dunque del 2,7%. Quest’anno l’andamento delle nuove targhe è stato altalenante: nel primo trimestre si è registrato un forte incremento, per poi ridursi considerevolmente. Cosa è successo? Gli operatori in molti casi hanno anticipato l’inflottamento, approfittando di lotti di vetture proposte dai costruttori a condizioni particolarmente vantaggiose. Il saving generato nell’esborso per il completamento della flotta si è tradotto in un vantaggio per il cliente, che ha potuto ottenere tariffe più competitive rispetto allo scorso anno, se non in termini assoluti (il prezzo medio di ogni giornata di noleggio quest’anno è identica a quella del 2017: 34 euro), almeno in quantità di servizi accessori (soprattutto assicurativi) compresi nella tariffa.

Avis sempre leader

Suddividendo le immatricolazioni per tipologia di operatore, nel 2018 i big del settore hanno un po’ tirato il freno a mano, con Avis (le cui immatricolazioni comprendono quelle dell’ex concorrente Maggiore, acquisito durante il 2017), che mantiene il primo posto assoluto, ma con un calo del 13,4%. Recentemente Avis ha acquisito anche Morini Rent, un operatore specializzato nel comparto del noleggio furgoni, a ulteriore testimonianza che questo settore è sempre più strategico per il rent-a-car. Al secondo posto c’è Hertz: anche in questo caso l’operatore ha avuto una flessione delle immatricolazioni ancora più pesante: -34,5%. Il dato delle nuove targhe, però, non è di per sé particolarmente indicativo per il business (Hertz ha immatricolato moltissimo appena prima della chiusura del 2017). Hertz, comunque, sta puntando soprattutto sulla marginalità e quindi sulla qualità del business, più che sui volumi. Terza in graduatoria è Europcar, che ha mantenuto i numeri delle immatricolazioni sullo stesso livello dello scorso anno. La sua controllata Goldcar (acquisita nel 2017), ha targato invece molto meno, e si attesta al settimo posto nella graduatoria. Bene Locauto (+36,7%), le cui immatricolazioni però vanno in parte accreditate alla gemella società di noleggio a lungo termine. Quinta in classifica è Sixt, che nel 2018 è passata da 3.000 a oltre 8.000 immatricolazioni: la crescita corrisponde a un forte incremento della domanda. Pare che Sixt si stia concentrando sulla clientela leisure tedesca, perché ha stipulato accordi con tour operator e portali di comparazione delle offerte turistiche, nei cui pacchetti vacanze il provider dell’automobile è appunto Sixt.

Se i big del mercato hanno un andamento altalenante, almeno a livello di immatricolazioni, gli operatori di medio calibro sono in forte ascesa, in particolare Noleggiare, che sviluppa ormai numeri quasi da “grande”: 4.200 unità nei primi 7 mesi di quest’anno, rispetto alle 2.200 del 2017. In accentuata espansione le immatricolazioni dei concessionari automobilistici di automobili a noleggio senza conducente: +74,8%. Dovrebbero andare a incrementare il parco delle auto sostitutive da dare ai clienti in occasione dei fermi auto per la manutenzione: il cosiddetto “replacement” è uno dei fenomeni di spicco nel mercato del noleggio a breve termine. Ma, vista l’esponenziale crescita di questi volumi, la maggior parte di queste immatricolazioni mascherano stock di km zero.

Il comparto del noleggio a breve termine, dunque, appare in ottima salute. Se nel 2017 il settore ha fatturato 1,2 miliardi di euro complessivamente, quest’anno ci si aspetta un incremento di almeno il 5%. Per non meno di 5,2 milioni di contratti di noleggio, pari a oltre 35 milioni di giornate di utilizzo.