Comunicato Stampa Dataforce: Mercato Autovetture Aprile 2021

Anche questo mese Dataforce confronta i risultati con quelli del 2019, perché il paragone con il 2020 sarebbe totalmente inconsistente a causa del lockdown della prima ondata del Covid che aveva quasi azzerato le immatricolazioni.

Se a marzo era andata male, con un crollo delle immatricolazioni del 12,78% (e una perdita di 25.000 unità sul marzo 2019), ad aprile è andata peggio: -17,13% (corrispondente a una flessione di 30.000 nuove targhe). Arrivati a un terzo dell’annata, mancano già all’appello oltre 120.000 immatricolazioni (16,93%). La fine dei fondi degli incentivi, in particolare quelli dedicati alla fascia di emissioni compresa tra 61 e 135 g/km di CO2, cioè la più consistente nella domanda (ma la più “magra” negli importi dei bonus e la più “esile” come “tesoretto” stanziato dal Governo) prefigura l’arrivo di una tempesta perfetta sul mercato dei prossimi mesi. I dati positivi registrati in questi ultimi giorni sul regresso del Covid-19 in Italia stridono parecchio con i dati di un mercato dell’auto in piena pandemia.

Ad aprile sono state targate 145.490 Passenger Car e 15.192 Light Commercial Vehicles, per un totale di 160.682 targhe, cui si aggiunge il modesto contributo delle importazioni parallele (3.748 automobili e 75 veicoli commerciali leggeri, per un saldo cumulativo di 164.505 unità). Il comparto dei commerciali ad aprile si mantiene al di sopra della linea di galleggiamento: +6,45% (sono 923 targhe in più rispetto ad aprile 2019) e nel cumulato del quadrimestre si presenta in perfetta parità (+022%). Ma è il settore delle Passenger Cars a destare la vera preoccupazione, con tutti i canali di distribuzione in negativo ad aprile, compreso quello dei privati, cioè quello su cui si basava la scommessa sulla ripresa del mercato da parte dell’Esecutivo: una scommessa persa in partenza a causa dello sbilanciamento degli incentivi verso elettriche e ibride plug-in che non bastano affatto a risollevare un settore strategico per l’economia nazionale.

Le previsioni di Dataforce per il 2021 rimangono in linea con quelle del mese scorso: il forecast attuale ipotizza un mercato Passenger Cars a quota 1.490.000. Un livello inferiore al milione e mezzo di unità rappresenta un modesto incremento sul 2020 (+7,7%), ma una pesante flessione rispetto all’ultima annata “normale”, il 2019 (-22,4%).

 

Roma, 3 maggio 2021

“Fra l’aver visto esaurire in un niente i fondi degli incentivi stanziati sulla fascia di maggior peso sul mercato” commenta Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia “e la carenza di microchip e semiconduttori che sta portando a importanti riduzioni della produzione di auto, la crisi proseguirà oltre la metà dell’anno. Nonostante l’evidenza dei fatti, sul lato degli incentivi il Governo sembra non conoscere minimamente quali siano le capacità di spesa delle famiglie italiane e, conseguentemente, il loro contributo al rinnovo del parco circolante. Perdura inoltre il silenzio sulla totale revisione della fiscalità auto, l’unica vera soluzione per risollevare il mercato automotive.”

Ad aprile il canale dei privati finisce sott’acqua rispetto lo stesso mese del 2019: -8,14% (pari a circa 7.700 targhe in meno). In compenso raggiunge una market share del 60%, perché tutti gli altri canali fanno ancora peggio, tranne il noleggio a lungo termine che realizza -7,3% (2.000 targhe mancanti). Le vendite aziendali dirette si attestano a -10,44% (con una flessione di circa 800 targhe), continua l’emorragia dei noleggio a breve termine (-53,56%), mentre le auto-immatricolazioni perdono vistosamente terreno (-22,91%), soprattutto grazie ai dealer, che mantengono il freno a mano tirato su demo e km zero.

Nel cumulato del primo quadrimestre, i privati assommano una perdita di quasi 35.000 automobili; per le società in proprietà e in leasing il passivo sfiora le 4.000 unità, per il noleggio a lungo termine quasi altrettante. I rent-a-car, invece, si appropriano di quasi la metà del ridimensionamento del mercato rispetto allo stesso periodo del 2019: 56.000 su 120.000. Pesantissima la flessione delle auto-immatricolazioni di Oem e dealer: oltre 23.000 unità, quasi tutte ascrivibili ai concessionari.

ALIMENTAZIONI

Anche ad aprile, nel confronto con lo stesso mese del 2019, le auto ibride hanno superato le vendite delle benzina e delle diesel: 48.280 immatricolazioni rispetto alle 46.454 delle auto a benzina e alle 33.299 a gasolio. Nello scorso mese un’auto nuova su tre è stata un’ibrida. Oltre due terzi delle ibride sono però di tipo mild, in pratica quelle che vere ibride non sono e che si approssimano ormai a sostituire le benzina e diesel convenzionali.

Le elettriche continuano a crescere, ma con un ritmo inferiore agli scorsi mesi: 4.800 immatricolazioni ad aprile (a marzo furono 7.300). Il rapporto tra elettriche e ibride, dunque, è di 1 a 10. In leggera crescita le auto alimentate a metano (+7,45%), mentre le gpl accusano una flessione del 21,84%.

ULTIMI 3 GIORNI

La corsa all’immatricolazione negli ultimi tre giorni feriali ad aprile (28-29-30) è stata di poco superiore a quella dei mesi scorsi. Le targhe “last minute” assegnate nello sprint finale sono state 53.336, pari al 36,7% delle immatricolazioni del mese. La tabella allegata a questo comunicato, che evidenzia i numeri delle immatricolazioni degli ultimi tre giorni, è costruita secondo il solito schema 80/20, ovvero mostra i marchi che con i loro volumi “fanno” l’80% del mercato e raggruppa sotto la voce “Altro” il restante 20%. Ad aprile il marchio che ha immatricolato la maggior quota percentuale di veicoli negli ultimi 3 giorni è stato DS che ha targato il 65,2% delle sue vetture. Al secondo posto Opel (59,6%). Terza è Seat (50%), seguita da Jeep (49,2%) e Cupra (49%). Tra i meno attivi negli ultimi 3 giorni, Suzuki (11,6%), Land Rover (17,2%), Mercedes e Mitsubishi (19,4%), e Kia (20,8%).