Riparte il mercato dell’auto, ma con vendite dimezzate

A maggio consegne inferiori del 49,6 per cento rispetto allo stesso mese di un anno fa. Ma il sistema sembra essersi rimesso in moto

Il mercato dell’auto riparte. Male, a singhiozzo, ma riparte. Le vendite a marzo sono dimezzate rispetto allo stesso mese dello scorso anno, nonostante la riapertura dei concessionari e nonostante le reti avessero in giacenza le vetture da immatricolare accumulate a marzo e ad aprile. Così ora si teme che – incredibilmente – a giugno il risultato potrebbe essere addirittura peggiore di quello di maggio. Vedremo. Ma torniamo ai numeri.

La Motorizzazione ha immatricolato – nel mese di maggio 2020 – 99.711 autovetture, con una variazione di -49,61% rispetto a maggio 2019, durante il quale ne furono immatricolate 197.881. Lo rende noto il Mit. Nei primi cinque mesi dell’anno sono state immatricolate 451.366 auto contro 910.872 dello stesso periodo del 2019 con un calo del 50,45%. Precipitano tutti i canali: vanno giù del 35% i privati, del 69% il noleggio e del 57% le società.

“Il dato delle immatricolazioni di maggio – commenta Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – per la maggior parte consegne di ordini sottoscritti prima dell’inizio dell’emergenza da COVID – 19, conferma la gravità della crisi senza precedenti che sta attraversando il settore auto.” “Nonostante la riapertura a inizio Maggio dopo due mesi di chiusura completa – continua Crisci – il sistema della distribuzione auto resta attanagliato da una grave crisi di liquidità, appesantito da centinaiua di migliaiia di veicoli fermi in piazzali e con le risorse messe a disposi ìzione dal Decreto Liquidità ancora impigliate nella burocrazia e bloccate all’interno del sistema bancario”.

Sul piede di guerra quindi i concessionari: ““Abbiamo riaperto le aziende il 4 maggio – ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto – gestendo pressoché esclusivamente l’immatricolazione delle autovetture ordinate prima del blocco delle attività di vendita e che non avevamo potuto consegnare ai clienti: questo ha determinato una flessione del canale privati minore di quella registrata dagli altri canali (società e noleggio) e dal mercato in generale. E non facciamoci illudere dalla crescita delle immatricolazioni di auto elettriche o ibride perché non possono che rappresentare una marginalità del mercato. Nel complesso, maggio ci dà la fotografia di un mercato drammaticamente fermo, situazione confermata dal fatto che i nuovi ordini sono più che dimezzati rispetto a maggio dello scorso anno e lo stock di veicoli invenduti ammonta a 900.000 veicoli sui piazzali di case e concessionari: 18 miliardi di euro ossia un costo enorme per il sistema automotive”.

“Più che il Covid – commenta Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia – oggi il colpevole della peggiore crisi dell’Automotive dai tempi in cui lo si riesce a ‘misurare’ è solo il Governo, che si è dimostrato sordo a qualsiasi istanza proveniente da un settore che produce oltre l’11% del Pil. La Francia si è mossa con un piano strutturale, che va oltre gli incentivi e supporta in pieno l’industria nazionale. Da bravi ultimi, aspetteremo anche la Germania (speriamo facciano presto) e poi, forse, assisteremo alla messa in onda della brutta copia dei primi due, che verrà calata in un paese che non è né la Francia né la Germania”.