Comunicato Stampa Dataforce: Mercato Veicoli Commerciali Leggeri Maggio 2021

Anche a maggio Dataforce confronta i risultati con quelli del 2019, perché il paragone con il 2020 sarebbe totalmente inconsistente a causa del lockdown della prima ondata del Covid che aveva quasi azzerato le immatricolazioni.

Fino ad aprile il comparto dei veicoli commerciali leggeri ha mostrato un andamento molto diverso rispetto a quello delle Passenger Cars, con alcuni mesi in positivo che gli hanno permesso di mantenersi al di sopra della linea di galleggiamento nel cumulato annuo. A maggio, però, le immatricolazioni sono calate del 6,55%, facendo scendere il consuntivo 2021 a -0,35%, con un numero di targhe quasi equivalente allo stesso periodo del 2019: 74.549 (261 in meno). Nel quinto mese dell’anno tutti i canali di distribuzione hanno dato risultati negativi, tranne il noleggio a lungo termine, che è cresciuto del 6,48%, mentre ditte, artigiani e professionisti hanno sfiorato il pareggio (-0,98%). La performance peggiore è stata quella del noleggio a breve termine: -34,83% ma, grazie ai risultati dei mesi precedenti, il saldo dei 5 mesi rimane ancora in leggero attivo (+0,58%). Risultato in rosso anche per le auto-immatricolazioni: -23,88% (-22,4% per i dealer e -73,08% per gli Oem). Passivo più contenuto, ma superiore alla media del mercato, per gli acquisti diretti delle società.

Nel quinto mese dell’anno il comparto ha targato 15.653 veicoli, 1.097 in meno rispetto al maggio di 2 anni fa. Il canale delle società che acquistano direttamente si è confermato quello più importante (col 43% di market share), ma il noleggio a lungo termine, unico in attivo a maggio, dimostra maggiore vitalità, supportato dalle campagne promozionali da parte degli operatori. Fruitori di NLT e microimprese che operano nell’ambito delle consegne di e-commerce stanno registrando un incremento del loro business che si traduce in un andamento positivo delle immatricolazioni di questi canali. Anche il noleggio a breve termine, nonostante il pessimo risultato di maggio, rimane in (leggero) attivo su base annua perché costituisce la soluzione più flessibile per rispondere ai picchi di lavoro generati dalle nuove esigenze dei trasporti delle consegne per aziende e “padroncini”.

Roma, 4 giugno 2021

La flessione di maggio costituisce un segnale d’allarme per il comparto dei Light Commercial Vehicles, che rischia di “perdere il treno” dell’innovazione a causa di una politica miope nei confronti del trasporto merci. Se da una parte i costruttori stanno compiendo il massimo sforzo per introdurre sul mercato veicoli più ecologici (il debutto di molti LCV ibridi avviene proprio in questi mesi), dall’altra manca il sostegno del Governo che si dimentica sempre di un comparto, quello del trasporto su gomma, che vale oltre l’80% della circolazione delle merci, ma che è costituito per il 70% da veicoli obsoleti.

Nel periodo da gennaio a maggio, il canale delle ditte, artigiani e professionisti rimane saldamente in territorio positivo (+4,12%), quello delle società in proprietà registra una contrazione del dato positivo a causa del maggio in negativo (+3,83%): complessivamente questi due canali rappresentano il 66,5% del mercato. Per il noleggio a lungo termine, invece, la situazione sembra migliorare grazie ai risultati degli ultimi due mesi: permane in territorio negativo, ma il disavanzo scende a -5,71%. A trainare il comparto del noleggio a lungo termine LCV sono soprattutto gli operatori Captive, che nel cumulato annuo stanno ottenendo un significativo +24,54%. Il comparto dei rent-a-car, invece, con la forte flessione di maggio vanifica il brillante risultato ottenuto nel primo quadrimestre: il saldo è ora in sostanziale equilibrio rispetto al dato dei primi 5 mesi del 2019. Le auto-immatricolazioni rimangono sui livelli dei mesi scorsi: si sono ridotte di circa un quarto.

Il segnale d’allarme dei dati di maggio, unito a un andamento ondivago nella prima parte dell’anno, non consente agli analisti di Dataforce di elaborare un forecast ottimistico. Il nostro sistema previsivo per il 2021 ipotizza per il comparto dei Light Commercial Vehicles soltanto un leggero recupero delle immatricolazioni rispetto al 2020: +3,1%, con il canale delle ditte e quello delle società in crescita rispettivamente del 12,9% e del 6,8%, mentre tutti gli altri canali dovrebbero chiudere ancora in rosso (-7,8% il NLT e -2,5% il NBT). Rispetto al 2019 ante-pandemia, però, il confronto è nettamente negativo, con una flessione importante, pari al 13,6% e tutti i canali di distribuzione col segno meno. Il canale delle ditte, artigiani e professionisti dovrebbe limitare le perdite a -7,4%, quello delle società in proprietà dovrebbe attestarsi a -11,2%. Passivi più pesanti per il rent: il lungo termine a -16,8% e il breve termine a -18,9%. Per le auto-immatricolazioni l’ipotesi del forecast è addirittura peggiore rispetto all’andamento attuale: oltre un terzo delle targhe in meno. Il consuntivo di fine anno dovrebbe attestarsi a 155.000 immatricolazioni complessive.

Con un parco circolante obsoleto e composto quasi esclusivamente da mezzi a gasolio ante Euro 4 e una quota di veicoli ecologici trascurabile, la transizione verso l’elettrico è quasi inimmaginabile a oggi. Ma qualcosa, in maniera ormai percettibile, sta cambiando. A maggio sono stati immatricolati 137 LCV elettrici (1,6% di market share) e 907 unità con propulsione ibrida, che questo mese hanno raggiunto una quota di mercato che sfiora il 6%. Il diesel domina sempre in questa categoria, ma a maggio perde il 12,71% delle immatricolazioni e quasi 6 punti di quota di mercato. Se l’ibrido cresce e l’elettrico inizia a muovere i primi passi importanti (nel cumulato annuo ormai ha traguardato l’1% di quota), il comparto degli LCV sembra non credere più all’alimentazione a metano, che a maggio ha fatto segnare il 30% in meno delle immatricolazioni, mentre su base annua ha un livello di vendite ormai dimezzato rispetto al 201