Comunicato Stampa Dataforce: Mercato Auto e Veicoli Commerciali Febbraio 2020

Il mercato si è ammalato prima ancora del Coronavirus

 

Dopo un gennaio negativo (-5,98%) il mercato dell’auto nel 2020 prosegue al ritmo del gambero: a febbraio le immatricolazioni Passenger Cars sono state 163.100, con una flessione rispetto allo stesso mese del 2019 dell’8,78%. Mancano all’appello oltre 15.000 targhe nei confronti del secondo mese dello scorso anno (a gennaio le immatricolazioni mancanti furono oltre 10.000). Nell’ambito dei Light Commercial Vehicles il mercato di febbraio ha fatto segnare un risultato ancora più negativo: -10,94% che si aggiunge al -7,24% di gennaio, con una perdita di circa un migliaio di veicoli per ciascuno dei 2 mesi.

Il dato di febbraio delle vetture ha visto due canali in forte recessione, proprio quelli delle vendite “vere”: privati e acquisti diretti aziendali sono stati quelli che hanno fatto registrare il rosso più evidente (-19,18% i privati, -23,02% gli acquisti business). Un dato che evidenzia una situazione di estrema difficoltà del mercato, soltanto parzialmente bilanciata dall’eccellente (ma provvisorio) andamento delle immatricolazioni del noleggio: il lungo termine a +17,35%, il breve termine a +18,94%. È probabile che il crollo delle vendite a privati e aziende, che sono più orientate alle consegne veloci, non stia facendo altro che precedere la crisi anche per il noleggio, che è un mercato basato su una programmazione più di lungo periodo, e quindi in attesa di un’onda lunga.

Il forecast di Dataforce è stato rivisto al ribasso: ora prevede per il 2020 un mercato Passenger Cars di 1.810.000 unità, con un regresso del 5,7% rispetto al 2019, con i privati in diminuzione del 4% a 1.050.000 unità, gli acquisti aziendali diretti a quota 90.000 (-15,3%), i noleggi a lungo termine in leggero rialzo (+1,3% a 285.000 immatricolazioni), quelli a breve in deciso regresso (-15,6% a quota 150.000 unità) e le auto-immatricolazioni in perdita sostanziale (-9,7%, con un volume di nuove targhe di 245.000 unità). La market share dei privati dovrebbe attestarsi al 58%, quella delle flotte al 4,4%, il NLT al 15,7%, il NBT all’8,3% e dealer+OEM al 13,5%. La stima di Dataforce è forse ancora ottimista: soltanto nei prossimi mesi sarà infatti possibile comprendere l’effettivo impatto del Coronavirus sul mercato dell’auto, un effetto che nelle immatricolazioni di febbraio ovviamente ancora non si è fatto sentire.

 

Roma, 2 marzo 2020 – La giornata lavorativa in più rispetto allo scorso anno (20 rispetto a 19) non è servita ad attenuare il forte calo delle immatricolazioni registrato nel secondo mese del 2020. Le nuove targhe Passenger Cars + Light Commercial Vehicles sono state 176.107 contro le 193.402 di febbraio 2019 (-8,94%). A febbraio 2020 sono state immatricolate 163.100 vetture (15.697 in meno) e 13.007 autocarri leggeri (con un saldo negativo di 1.598 unità).

 

Il mercato italiano dell’auto (Passenger Cars) ha chiuso il mese di febbraio con un altro brusco calo delle immatricolazioni, dopo il gennaio negativo che aveva seguito quattro mesi di crescita. Le nuove targhe di vetture a febbraio sono state 163.100, contro le 178.797 del febbraio precedente. Un decremento di 15.697 unità (-8,78%), ascrivibile totalmente ai canali di distribuzione dei privati e delle vendite aziendali dirette (rispettivamente in calo del 19,18% e del 23,02%), mentre il noleggio a lungo termine ha fatto un balzo in avanti del 17,35% e quello del noleggio a breve termine del 18,94%. Le auto-immatricolazioni sono arretrate in maniera meno evidente, ma comunque sostanziale: -8,61% (-7,12% i dealer, -22,25% i costruttori).

Scendendo da 104.240 immatricolazioni a 84.251, il canale delle vendite ai privati fa un passo indietro di ben 6,08 punti percentuali di market share, superando di poco quota 55%. Sono evidenti, dunque, le difficoltà delle famiglie italiane nell’ambito di una situazione economica che indica una crescita zero, cui si aggiunge il disorientamento nelle scelte da compiere all’atto dell’acquisto di una nuova vettura. Senza contare l’effetto del Coronavirus che avrà un impatto sulle consegne da marzo in avanti.

Il comparto del NLT, per ora, continua a crescere, dopo l’eccezionale ripresa di fine 2019 (+48,84% di novembre e l’ancor migliore +50,26% di dicembre) e il brillante dato di gennaio (+18,19%).  Con le 27.437 nuove targhe di febbraio, il NLT si conferma il canale di vendita più importante dopo i privati.

Ma la crescita non ha riguardato entrambe le principali tipologie di operatore: i “captive” (cioè quelli controllati dai Costruttori) continuano a volare, addirittura a +58,82% (che corrisponde a 5.354 automobili in più), mentre i generalisti Top perdono un discreto numero di targhe rispetto al febbraio precedente (-8,2%, pari a 1.097 vetture in meno). Al risultato positivo di febbraio hanno senz’altro contribuito un decisivo quantitativo di veicoli in rent to rent, e le consegne Consip.

Il settore del noleggio a breve termine a febbraio ha chiuso con una crescita di notevole livello (+18,94, in linea con il +19,31%di gennaio) segno che le case auto hanno spinto molto sull’inflottamento anticipato in attesa della bella stagione. Ovviamente senza fare i conti con il Coronavirus che avrà un impatto prevedibilmente molto negativo sul comparto leisure (cioè quello turistico). A dare seguito a questa strategia sono stati soprattutto gli operatori più dimensionati (+38,76%), mentre per quelli di medie dimensioni il mese di febbraio è stato negativo, così come per le intestazioni delle società di noleggio a breve controllate da concessionari automobilistici. Il sentiment degli operatori per i prossimi mesi è decisamente negativo: già a partire dai primi giorni di diffusione del contagio proveniente dalla Cina, le indicazioni del management sono state di annullare tutti gli ordini che è possibile cancellare, procrastinare al massimo l’inflottamento e, in ultima analisi, iniziare la restituzione anticipata dei veicoli in flotta per fare spazio alle nuove immatricolazioni non cancellabili.

 

L’analisi di Andrea Carbutti di Rent2Go sui dati del mercato di febbraio estende le difficoltà del noleggio a breve termine anche al long rent: “La situazione generale del mercato automotive è alquanto critica. Gli unici segmenti che al momento danno ancora segnali di tenuta sono il noleggio a lungo termine captive e gli operatori Top del breve. L’osservazione del calo delle immatricolazioni di noleggio del settore dei veicoli commerciali suggerisce che il trend macro-economico vede le aziende in situazione di attesa: stanno spostando le decisioni di acquisto a momenti più favorevoli. Dopo le misure anti-cicliche del Governo, gli ultimi accadimenti legati al Coronavirus hanno già contribuito a rallentare il mercato: molte aziende di NLT ricevono richieste di annullamento degli ordini da parte dei clienti che operano nel campo della ristorazione e del turismo. Temo che si sia soltanto all’inizio della crisi. Prevedo grandi difficoltà sia per il rent-a-car sia per il long rent”.

 

A febbraio le auto-immatricolazioni sono state 18.693, cioè l’11,5% dell’intero mercato. Un dato nettamente più basso rispetto alla media dell’anno scorso, che è stata del 14%. Ma mentre quelle dei dealer, 17.124 unità, sono scese del 7,12%, quelle degli OEM, 1.569 unità, sono diminuite in maniera più accentuata: -22,25%. A queste cifre vanno aggiunte anche le 2.305 immatricolazioni (in calo del 17,18%) che i dealer hanno intestato a uso noleggio, la maggior parte delle quali da considerare km zero.

I veicoli commerciali – Passando all’analisi del comparto veicoli commerciali leggeri, a febbraio il mercato ha fatto registrare un dato ancora più negativo di quello delle Passenger Cars: -10,94%. Nel secondo mese del 2020 sono stati targati 13.007 LCV fino a 3,5t.

Le immatricolazioni dirette dei privati (ditte, artigiani e professionisti) e delle aziende rappresentano quest’anno il 63,43% delle vendite totali, mentre il noleggio a lungo termine ha raggiunto una market share del 24,73%. Il breve, invece, occupa una quota del 4,89%. L’arretramento più evidente di febbraio è stato quello delle ditte individuali, artigiani e professionisti (-18,31%), mentre quello degli acquisti aziendali diretti è stato del 9,41%. A febbraio il noleggio a lungo termine di LCV ha immatricolato 3.226 veicoli (-14,45%), mentre l’NBT 694, confermando il risultato del 2019. In crescita, invece, le auto-immatricolazioni: +16% (+14,72 per i dealer, +40,63% per gli OEM).

Le alimentazioniFortissimo rialzo per ibride ed elettriche. Le misure di restrizione della circolazione delle auto ad alimentazione tradizionale, in particolare quelle che hanno colpito le auto a gasolio, hanno contribuito a modificare molto gli orientamenti delle scelte nei nuovi acquisti. A febbraio le immatricolazioni di auto elettriche si sono quasi decuplicate, mentre quelle delle ibride raddoppiate. Sono state infatti targate 2.576 auto elettriche (furono 309 a febbraio 2019) e 18.319 ibride (9.451 nello stesso mese dello scorso anno). +46,24% per le auto alimentate a metano, mentre quelle a gpl hanno perso il 12,11% delle immatricolazioni.  Sempre più in basso le vendite per le diesel: -27,34%, pari a oltre 25.000 unità in meno. Anche le benzina hanno perso terreno: -3,71% (sono circa 3.000 targhe in meno). Ormai le immatricolazioni dei due principali carburanti sono a favore del benzina: circa 74.000 le auto targate lo scorso mese, 68.000 quelle a gasolio.

Sul brusco arretramento del mercato dell’auto a febbraio, Dataforce ha chiesto un breve commento al professor Pier Luigi del Viscovo del Centro Studi Fleet&Mobility: “Un crollo del 9% in un mese importante come febbraio, che senza 5.000 pezzi siringati dalle captive del noleggio sarebbe stato a doppia cifra, dovrebbe fare rumore se ancora importasse a qualcuno di produrre e vendere macchine” ha affermato il Professore. “Invece l’unica cosa che conta è QUALI macchine si producono e si vendono, visto che le uniche buone sono quelle che non prendono le multe (per lo sforamento sulle emissioni di CO2, che da quest’anno obbliga i costruttori a pagare sanzioni, ndr). Ma se va bene all’industria, se a Parigi, Torino, Stoccarda, Wolfsburg e Monaco sono contenti, allora è giusto così. Solo un’ultima cosa: il Coronavirus nella caduta delle immatricolazioni di febbraio non c’entra”.

 

Le emissioni di CO2 – Appare evidente ormai la concentrazione del mercato su vetture a minor impatto ambientale: nella prima classe di emissione, quella agevolata dagli incentivi (CO2 inferiore a 70 g/km), a febbraio le immatricolazioni sono cresciute del 600%. Nella classe di emissione intermedia, ossia quella non influenzata dagli incentivi né penalizzata dall’eco-malus, le vendite hanno cominciato a scendere (-4,29%). Invece nella categoria superiore ai 160 g/km di CO2, l’effetto del malus all’atto dell’immatricolazione si è fatto sentire, perché è stato targato un numero di veicoli più che dimezzato (-56%, pari a oltre 13.000 unità in meno).

Ultimi tre giorni – Negli ultimi tre giorni feriali di febbraio (26-27-28) la solita caccia alle immatricolazioni dell’ultima ora è valsa il 43,63% di tutte le immatricolazioni del mese (sono circa 2 punti in più di gennaio). In questi ultimi 3 giorni lavorativi sono stati immatricolati 69.656 veicoli su un complessivo di 167.634. La tabella allegata a questo comunicato, che evidenzia i numeri delle immatricolazioni degli ultimi tre giorni, è costruita secondo lo schema 80/20, ovvero mostra i marchi che con i loro volumi “fanno” l’80% del mercato e raggruppa sotto la voce “Altro” il restante 20%. Nel secondo mese dell’anno il costruttore che ha targato la maggior quota percentuale di veicoli negli ultimi tre giorni è stato Lancia, che ha immatricolato il 57,45% delle sue vetture. Al secondo posto Opel (52,26%). Terza è Fiat (50,54%), seguita da Jeep (50,01%) e Citroen (49,97%). Tra i virtuosi, Suzuki (21,52%), Kia (26,19%), Mercedes (29,14%) seguite da Dacia (30,37%) e Renault (31,61%).