Serve allinearci alla fiscalità europea

Anche il noleggio a lungo termine stenta a rilanciarsi. Per ritornare sui livelli del 2019 occorrerebbero provvedimenti specifici, quali la reintroduzione del super-ammortamento ai clienti aziendali e una fiscalità allineata all’Europa. Le scelte di alimentazione si confermano sempre più green

di Salvatore Saladino, Country Manager Dataforce Italia

Ad agosto sono partiti gli incentivi all’acquisto di vetture ecologiche (benzina, diesel, gas, ibride ed elettriche, con bonus progressivi a favore delle alimentazioni più green), ma i fondi a disposizione si sono esauriti in pochi giorni nella fascia delle vetture ad alimentazione tradizionale, le uniche accessibili a livello di costo alla maggioranza della popolazione. Pur rifinanziati con il “Decreto agosto”, anche a settembre gli acquirenti di auto con emissioni comprese tra i 91 e i 110 g/km di CO2 hanno bruciato il “tesoretto” messo a disposizione dal Governo Conte. Perché il budget incentivi è fortemente sbilanciato a favore dell’auto elettrica o ibrida plug-in, un segmento di mercato che costituisce una quota minimale della domanda dei consumatori, favorendo solo quelli ad alto reddito. Il Governo sta creando diseguaglianza, favorendo le fasce sociali con più elevata capacità di spesa e gli stessi attori della distribuzione automobilistica che incassano il bonus immatricolando una km0 ma non offrono al cliente finale la vettura scontata dell’incentivo ricevuto. Con queste premesse, ben difficilmente si contribuirà all’auspicato rinnovo del parco circolante più vecchio d’Europa.

Anche il noleggio paga pegno

Dopo 8 mesi, sono state 812.179 le nuove automobili entrate in circolazione: il calo rispetto al 2019 è stato di oltre mezzo milione di unità (-38,83%). Per il settore del noleggio a lungo termine, la situazione è leggermente migliore, anche se il comparto non può ovviamente sfruttare i bonus supplementari previsti per la rottamazione: finora il NLT ha targato 127.405 automobili, con una perdita di oltre 65.000 unità rispetto all’anno scorso (-33,98%). Per agevolare la ripresa, ben altri dovrebbero essere gli incentivi messi in campo dall’Esecutivo. Come ha sottolineato Massimiliano Archiapatti, presidente dell’Aniasa, l’associazione che raccoglie gli operatori del noleggio e della mobilità in senso lato: “Con l’attuale quadro economico le imprese clienti stanno rinviando il rinnovo della flotta. Aniasa ha quindi chiesto al Governo di inserire nella prossima Legge Bilancio tre semplici provvedimenti di sviluppo sostenibile per l’ambiente e le finanze pubbliche: la riproposizione del super-ammortamento per i veicoli strumentali, che ha prodotto nel passato benefici per le casse dell’Erario e per l’industria automotive, contribuendo ad accelerare il ricambio del vetusto parco circolante italiano (oltre 28 milioni di veicoli ante euro 6); l’allineamento della fiscalità italiana sull’auto aziendale alla media europea; incentivi sull’usato Euro6 (credito d’imposta o esenzione bollo)”.

Nella speranza che il Governo dia finalmente ascolto alle istanze del noleggio, la previsione di chiusura anno di Dataforce non è affatto ottimistica: il mercato dovrebbe immatricolare entro il 31 dicembre 1.225.000 automobili e 128 mila veicoli commerciali leggeri, con una flessione rispettivamente del 36,2% e del 28,6%. Il noleggio a lungo termine potrebbe chiudere attorno alle 200.000 nuove targhe (-29,3%) nel settore delle Passenger Cars e a 30.000 unità nell’ambito dei veicoli commerciali leggeri (-28,7%).

Leasys sempre al comando, ma…

Analizzando i dati del mercato del noleggio a lungo termine dei primi 8 mesi, i sottocanali mostrano un’identica tendenza alla flessione: gli operatori “captive”, cioè le società di NLT controllate dai costruttori, hanno perso il 34,4% dei contratti, gli operatori “top”, ossia le società di noleggio generaliste che solitamente sono un’emanazione di istituti di credito, viaggiano a una media del -32,3%. Analoga flessione per i player di medie dimensioni, mentre i “piccoli” sono in recessione più grave (-59%), anche se rappresentano numeri risibili (medi e piccoli non raggiungono una quota di mercato dello 0,5%). I cinque player più grandi (Leasys, Arval, ALD Automotive, Volkswagen Leasing e Leaseplan), invece, rappresentano il 77,2% delle immatricolazioni (il 78,5% se si prende in considerazione soltanto il NLT di automobili, escludendo i mezzi commerciali).

Leasys, la società controllata da FCA Bank, è sempre prima nella graduatoria dei noleggiatori, e mantiene il primato anche nelle classifiche Passenger Cars e Light Commercial Vehicles. Ma, rispetto al 2019, ha immatricolato complessivamente 32.395 veicoli, con una flessione di ben 22.430 unità (-40,9%). Più contenuta la flessione di Arval (controllata dal gruppo bancario francese BNP Paribas): -29,6%, che ha targato finora 29.310 veicoli tra auto e mezzi commerciali. Arval è però vicinissima al primo posto nella graduatoria dei veicoli commerciali, perché insegue Leasys a sole 161 immatricolazioni in meno. Terza è ALD, con 19.300 unità (-31,9%), quarta è la sorprendente Volkswagen Leasing, che distribuisce i marchi del gruppo VW (quindi anche Audi, Seat e Skoda): 17.750 immatricolazioni complessive, con una perdita rispetto al 2019 del 19,8%. Al quinto posto LeasePlan, che l’anno scorso era davanti a Volkswagen: 15.067 targhe, -40,7%.

Ibride alla grande

La scelta dei clienti di noleggio converge sempre più sulle auto a impatto basso o zero: le elettriche sono raddoppiate, e ormai occupano una quota di mercato del 3,31% (esattamente il doppio che nel mercato nel suo complesso). Ma le ibride si diffondono ancora più rapidamente: sono arrivate a raggiungere una market share del 14% (ad agosto, con gli incentivi, addirittura del 18,7%). La quota delle auto ibride nel mercato totale è del 12,6%. In netta flessione sia le auto a benzina sia quelle a gasolio (il calo è per entrambe di oltre 40 punti percentuali). Bene il metano (+11%), male il gpl: gli utilizzatori quest’anno sono dimezzati.