Il noleggio a lungo termine frena e chiude un 2018 in stallo

Mercato. In calo i contratti negli ultimi quattro mesi dell’anno, poco sopra i 30mila quelli da gennaio Pesano il nuovo sistema di omologazione Wltp e le incertezze sulle alimentazioni da scegliere

 

Un anno iniziato bene e finito in flessione. Per la prima volta il noleggio a lungo termine (Nlt) si è accontentato di bissare il risultato dell’anno precedente, senza conquistare aumenti a doppia cifra, come ci aveva abituato finora. Considerando anche i veicoli commerciali leggeri, il comparto ha superato le 300mila targhe, ma l’ultimo quadrimestre si è rivelato disastroso, un trend che sembra confermato dai risultati di gennaio 2019. Sicuramente il rallentamento del Nlt, che non possiamo definire crisi conclamata, è dovuto principalmente alle mancate consegne di veicoli aggiornati secondo le ultime specifiche di omologazione, ma anche all’incertezza tra i fleet manager sulla scelta dell’alimentazione. I recenti annunci di cancellazione della gratuità di accesso alla Ztl di Milano per le ibride, ad esempio, contribuiscono a generare maggiore confusione, così come i blocchi del traffico che, in alcune città, costringono alla sosta persino delle Diesel Euro6. Un’incertezza che cresce ancor di più dopo i provvedimenti contenuti nella Legge di Bilancio 2019 e il sistema di bonus-malus che penalizzerà i clienti di noleggio.

Le società al vertice

Nella classifica dei player, ALD Automotive ha chiuso l’annata al vertice, come nel 2017, ma proprio nell’ultima parte del 2018 è passata dal segno positivo a quello negativo: -1,1%. Nei 12 mesi ha targato 63.300 vetture e veicoli commerciali leggeri, con una flessione limitata a 711 unità. La sua market share 2018 è stata del 21,1% (era del 21,7 nel 2016). Leasys si è dovuta accontentare del secondo posto, facendo anch’essa registrare un decremento su base annua a partire da novembre: -3,3%, un calo che corrisponde a 2.096 targhe in meno. Complessivamente, la società di noleggio a lungo termine controllata da FCA Bank ha immatricolato 60.547 unità e raggiunto una quota di mercato del 20,2% (era del 21,1% l’anno precedente). Arval invece è in controtendenza: in affanno nella prima parte dell’anno, mentre i concorrenti correvano a tutta velocità, quando addirittura era stata sorpassata da LeasePlan per la terza piazza, si è poi ripresa e negli ultimi mesi ha iniziato la rincorsa, che l’ha portata a raggiungere un incremento dei contratti del 10,6% (5.440 targhe in più), proprio nel momento in cui gli avversari mostravano la corda. Arval è cresciuta di volumi anche grazie al consolidamento della leadership nel settore dei commerciali leggeri: nei 12 mesi nessun altro player ha fatto meglio di lei, che ha immatricolato 10.150 veicoli contro i 8.007 di Leasys e i 7.620 di Ald Automotive, leader nel 2017. Una bella soddisfazione per il management di Bnp Paribas, che l’anno precedente aveva dovuto accontentarsi del gradino più basso del podio tra gli Lcv. LeasePlan, dopo una prima parte dell’anno spumeggiante, grazie anche ad alcune anticipazioni di importanti quantitativi di immatricolazioni dovute ad acquisti a stock, da utilizzare per la clientela privata, ha immatricolato complessivamente 38.622 veicoli (Passenger cars più Light commercial vehicles) nel 2018. Ma anch’essa da novembre è passata al segno meno: il passivo di fine anno mostra un calo delle immatricolazioni di 2.305 unità, con un regresso del 5,6%.

Le sorprese del 2018

Volkswagen Financial Services si è rivelata la vera sorpresa del 2018, mantenendo un trend di crescita sempre più irresistibile di mese in mese: a fine dicembre il risultato è stato di +43,8%, con un incremento delle immatricolazioni di ben 7.200 unità. A fine dicembre, intanto, Alphabet ha perso la battaglia con Car Server per la sesta posizione, andata all’azienda di Reggio Emilia. Alphabet, noleggiatore generalista ma di proprietà di Bmw, ha immatricolato nei 12 mesi, 10.253 veicoli (+4,2%), Car Server 12.590 (+12,7%).

Nelle posizioni di rincalzo, Mercedes non è riuscita a mantenere il volume dei contratti del 2017, ed è rimasta alle spalle della consociata Athlon: la captive di Stoccarda è scesa nei 12 mesi del 26,4%, immatricolando 8.189 veicoli contro gli 11.124 del 2017. L’ottava posizione, che occupava Mercedes fino a metà anno, è finita così nelle mani di Athlon: da gennaio a dicembre ha immatricolato 8.425 veicoli, con un utile rispetto allo scorso anno del 4,2%. ES Mobility, la captive di Renault-Nissan, ha totalizzato 5.997 nuove targhe (-11,4%). Sifà, la giovane società di noleggio, anch’essa con sede a Reggio Emilia, dopo i vistosi tassi incrementali degli anni scorsi, ha consolidato la sua posizione su volumi inferiori a quelli del 2017 (4.414 immatricolazioni nel 2018 contro le 4.930 del 2017). La società di renting del Gruppo PSA è rimasta alle spalle di Sifà, perché ha targato 2.705 veicoli, mantenendosi sui livelli dell’annata precedente. Tutti i “piccoli”, invece, hanno chiuso il 2018 in flessione.

Un 2019 di attesa

Che mercato sarà quello del noleggio a lungo termine nel 2019? Non è facile prevederlo: se negli anni scorsi la prospettiva di una crescita del comparto era certa, quest’anno non lo è affatto. Il timore dei noleggiatori è che venga introdotta un’ecotassa anche per l’usato: dopo anni di inflottamento a pieno ritmo, il rischio è di trovarsi con decine di migliaia di auto (al 90% a gasolio) da rivendere nell’usato con forti penalizzazioni. La sensazione è quindi che i player abbiano deciso di mettere il piede sul freno, per concentrarsi sulla marginalità. Naturalmente continuando a spingere sui nuovi canali, ossia i privati e tutte le formule di corporate car sharing che contribuiscono all’utilizzo ottimizzato della flotta dei clienti.

Salvatore Saladino – Country Manager Dataforce Italia