Comunicato Stampa Dataforce: Mercato Auto e Veicoli Commerciali Giugno 2019

Il mercato dell’auto viaggia col freno tirato

 

Dopo il -1,28% di maggio per le Passenger Cars, anche giugno è stato un mese in rosso: -2,07%. Risultato, invece, di assoluto pareggio per il comparto Light Commercial Vehicles, dopo un bimestre aprile-maggio in positivo. Nel sesto mese dell’anno sono stati immatricolati complessivamente 186.912 veicoli (Passenger Cars + Light Commercial Vehicles), con una flessione dell’1,9% rispetto a giugno 2018. Questi dati non comprendono le importazioni parallele, ossia le targhe di veicoli nuovi che non sono transitate attraverso gli importatori ufficiali, che a giugno sono state 14.638 (Passenger Cars) rispetto alle 13.053 dello stesso mese del 2018: + 12,14%, cui si sono aggiunti 407 veicoli commerciali leggeri (-3,78%). Il deciso incremento del mercato parallelo, ha contribuito a far risalire il mercato nel suo complesso, ma non è bastato per raggiungere il pareggio: a giugno infatti, se si considerano tutte immatricolazioni ufficiali e parallele, il risultato è di 201.957 targhe contro le 204.017 del giugno precedente, con una variazione negativa di 2.060 targhe (-1,01%). Nel cumulato del semestre, la flessione del mercato ufficiale è del 2,77% (pari a oltre 33.000 immatricolazioni mancanti), mentre nel cumulato che comprende le importazioni parallele il saldo è quasi identico a quello del 2018: -0,1% (1.230 veicoli in meno), cubando in 6 mesi 1.288.444 autoveicoli.

Giugno è stato il quarto mese degli eco-bonus: tra elettriche e ibride plug-in, cioè le tipologie di vetture che possono ambire all’incentivo, sono state 1.900 le unità vendute, con le elettriche che triplicano il risultato di giugno 2018, mentre le ibride plug-in dimezzano le immatricolazioni a causa della mancanza di prodotto da targare velocemente. Rimane comunque marginale il contributo di questi veicoli nei numeri del mercato totale.

Tra le Passenger Cars ufficiali, il canale dei privati ha chiuso il sesto mese dell’anno segnando una flessione del 4,4%, corrispondente a 4.292 unità in meno, assottigliando sempre di più il saldo positivo del 2019 che rimane in attivo per soli 0,93 punti percentuali (sono 5.611 targhe in più). In negativo a giugno anche il comparto delle vendite dirette aziendali: -4,09%. Bene invece i canali di distribuzione del noleggio: il lungo termine fa segnare il terzo risultato utile consecutivo, sebbene con una percentuale di incremento più limitata rispetto al +13,49% di aprile e al +20,23 di maggio. A giugno il NLT è cresciuto del 5,95%. Nel cumulato del semestre il comparto è ormai vicinissimo ad azzerare il rosso del primo trimestre: al giro di boa della metà del 2019 il saldo è del -0,37% (sono soltanto 599 unità in meno). Il breve termine è andato decisamente meglio: +23,79%, a chiusura di un secondo trimestre da incorniciare (+33,28% ad aprile, +24,46% a maggio). Il bilancio annuale è ora in positivo del 2,52% (3.422 vetture targate in più). Per quanto concerne il canale di distribuzione delle auto-immatricolazioni, leggero decremento sul versante dei concessionari (-1,98%), mentre quelle degli OEM proseguono la forte flessione: -65,37% a giugno.

Il forecast di Dataforce prevede per quest’anno un mercato Passenger Cars di 1.845.000 unità, con un regresso del 3,5% rispetto al 2018, con il solo noleggio a breve termine in crescita (+3,8% a 180.000 unità). Quasi in pareggio i privati (a quota 1.099.000 unità, +0,7%, e una market share del 59,6%). Il noleggio a lungo termine dovrebbe confermarsi sui volumi del 2018 (260.000 unità, con una quota di mercato del 14,1%), mentre le flotte dovrebbero attestarsi a 96.000 unità (-0,5%, MS del 5,2%), e le auto-immatricolazioni di dealer e OEM in flessione pesante (-27,7%) a quota 210.000 nuove targhe (con una quota di mercato dell’11,4%).


Roma, 1 luglio 2019 – Con un numero inferiore di giornate lavorative utili all’immatricolazione (20 rispetto alle 21 del giugno 2018), il mese che ha chiuso il primo semestre ha fatto registrare un disavanzo dell’1,01% per il mercato dell’auto, ufficiale più parallelo (Passenger Cars + Light Commercial Vehicles). Se però si escludono dai conteggi i circa 15.000 veicoli di importazione parallela, il bilancio di giugno passa a -1,9% (-2,07% per le Passenger Cars, +0,01% per i Light Commercial Vehicles). A giugno sono state immatricolate 171.769 vetture ufficiali (3.630 in meno), 15.143 autocarri leggeri ufficiali (con un saldo positivo di 1 unità), 14.638 vetture parallele (1.585 in più) e 407 veicoli commerciali leggeri paralleli (16 in meno). I canali di importazione non ufficiali rappresentano il 9% sul totale delle immatricolazioni italiane, un volume sempre più significativo.

A giugno il mercato ufficiale dell’auto (Passenger Cars) continua a viaggiare leggermente al di sotto della linea di galleggiamento: l’unico mese positivo quest’anno è stato il, peraltro poco brillante, +1,59% di aprile. Le nuove targhe di vetture sono state 171.769, contro le 175.399 del giugno precedente. Un decremento di 3.630 unità (-2,07%), cui ha contribuito principalmente il canale di distribuzione dei privati, che in un solo mese ha lasciato sul campo oltre 4.000 consegne (-4,4%). Il saldo gennaio-giugno, però, rimane leggermente positivo per i privati, che hanno acquistato oltre 5.500 vetture in più (+0,93%) e in pareggio per le immatricolazioni business (-0,36%), mentre il comparto del long rent, che ha chiuso in positivo per il terzo mese consecutivo (+1.507 unità a giugno, +5,95%), conclude il semestre esattamente come l’anno scorso a oltre 160.000 unità (-0,37%). Il noleggio a breve termine a giugno ha continuato ad accelerare le immatricolazioni: +23,79%, incrementando le targhe di 3.536 unità e, grazie anche al risultato molto positivo di aprile e maggio, è ritornato al segno più nel cumulato annuo (+2,52%). In leggero calo le auto-immatricolazioni dei concessionari, mentre continua la forte erosione di quelle delle Case costruttrici: un bene, in effetti, per l’equilibrio del mercato. Gli OEM sono nel semestre a -80,21% nel cumulato, corrispondente a oltre 34.000 vetture in meno, mentre il regresso delle km zero/demo dei dealer è del 9,98%, pari a poco più di 12.000 targhe.

Il comparto del NLT, tornato in territorio positivo ad aprile e a maggio (rispettivamente +13,49% e +20,23%), dopo le pesanti battute d’arresto dell’ultimo scorcio del 2018 e dei primi tre mesi del 2019, anche a giugno ha registrato un attivo, ma più contenuto: +5,95%. Sono però gli operatori “captive” (cioè quelli controllati dai Costruttori) ad evidenziare un trend molto positivo (+76,49%), mentre i generalisti Top hanno fatto segnare un ennesimo decremento: -21,46%, in linea con i regressi precedenti, da imputare comunque a 2 dei primi 4 player del comparto. A differenza di aprile e maggio, a giugno le captive non hanno superato i volumi delle concorrenti generaliste: 12.169 contratti per le prime e 14.067 per le seconde. Da quest’anno inoltre il dato NLT Captive è un po’ meno trasparente a causa del fatto che Leasys intesta a sé anche le vetture destinate al noleggio a breve termine, dopo che ha acquisito le attività di RAC di WinRent. Complessivamente il NLT ha immatricolato a giugno 26.840 vetture contro le 25.333 di giugno 2018.

Il settore del noleggio a breve termine a giugno ha chiuso in forte attivo: +23,79%, facendo seguire un altro mese positivo dopo aprile (+33,28%) e maggio (+24,46%), completando così l’inversione di tendenza rispetto a gennaio, febbraio e marzo: il canale del RAC a giugno ha immatricolato 18.402 vetture contro le 14.866 dello scorso anno, ed è così ritornato in attivo nel cumulato semestrale (+2,52%).

Le demo e le km zero dei concessionari e delle case presentano un andamento differente: complessivamente a giugno sono state 24.373 (contro le 28.375 del 2018). Ma mentre quelle dei dealer, 22.495 unità, sono diminuite di sole 455 targhe (-1,98%), quelle degli OEM sono passate da 5.423 del giugno 2018 alle sole 1.878 di quest’anno (-65,37%). A queste cifre vanno aggiunte però anche le 3.062 immatricolazioni che i dealer hanno intestato alle proprie società di noleggio a breve termine, che rappresentano comunque un decremento del 14.52%.

Le marche e i modelli – La graduatoria degli OEM vede a giugno un andamento differenziato nelle prime posizioni. Fiat si mantiene al comando ma, a differenza di aprile e maggio, chiude il mese in forte regresso. Il costruttore nazionale ha immatricolato 23.547 vetture, quasi 5.000 meno di giugno 2018. La sua quota di mercato nel 2019 è sotto al 16% (oltre 2 punti in meno del 2018). Al secondo posto dietro Fiat c’è Volkswagen, che a giugno ha fatto registrare un pareggio, immatricolando 16.139 vetture contro le 16.137 del giugno precedente. Il terzo posto in graduatoria è appannaggio di Renault, che continua a precedere Ford. Il costruttore francese ha però chiuso il mese in leggero passivo (13.140 nuove targhe, -1,39%), seguita appunto da Ford con 9.823 nuove targhe (-15,29%). Nelle posizioni di rincalzo, Opel conferma pressoché inalterati i risultati del giugno precedente (-1,83%), Peugeot in leggera flessione (-3,29%), che è tallonata da Dacia (in forte espansione di vendite: +48,51%), Jeep (+9,19%), Toyota (+1,34%) e Citroen (+6,88%). Appena fuori dalla Top Ten di giugno tutti i tre premium brand tedeschi (nell’ordine Audi, Mercedes e BMW) Nelle retrovie, eccezionale l’avanzata di Suzuki (+52,58% a giugno), che nel cumulato annuo ha già superato le 20.000 immatricolazioni.

Nella classifica dei modelli più venduti del 2019, la Panda rimane largamente in testa alla graduatoria e a giugno cresce ancora rispetto allo stesso mese del 2018: su base annua le vendite (quasi 82.000 unità nel semestre) si confermano in forte ascesa (+17,27%). A giugno, della citycar Fiat ne sono state immatricolate 11.673 unità. Al secondo posto della Top Ten modelli 2019 è rimasta la Lancia Ypsilon, anch’essa in forte crescita (+27,73%). Terza è la Renault Clio (-3,97%), Seguono la Citroen C3 (-0,73%) e la Dacia Duster (le cui vendite sono cresciute quest’anno del 62,39%, con la conquista del secondo posto nella classifica delle auto più comprate dai privati, dopo la Fiat Panda). Nelle posizioni successive, al sesto posto la Fiat 500X (-20,77%), la Jeep Renegade (-0,24%), la Fiat 500 (-16,2%), la Volkswagen T-Roc (+104,77%: uno dei fenomeni di mercato del 2019) e la Volkswagen Polo (-11,23%).

I veicoli commerciali – Passando all’analisi del comparto veicoli commerciali leggeri, a giugno è rallentato il trend positivo, con un incremento delle immatricolazioni di una sola unità, dopo il +11,99% di aprile e il +3,09% di maggio. Nel mese che ha concluso il primo semestre del 2019 sono stati targati 15.134 LCV fino a 3,5 t. Le immatricolazioni dirette dei privati (ditte e artigiani) e delle aziende rappresentano quest’anno il 63% delle vendite totali, mentre il noleggio a lungo termine ha raggiunto una market share di quasi il 25%. Il breve, invece, occupa una quota del 6,64%. Quest’ultimo è in leggera crescita (+1,18%) nella market share, mentre il NLT conserva una quota di mercato simile a quella del 2018. A giugno Il noleggio a lungo termine di LCV ha immatricolato praticamente lo stesso volume di LCV (4.110, ossia 177 in più), mentre il NBT è cresciuto di 62 unità.

Nel comparto degli LCV continua la forte flessione delle auto-immatricolazioni da parte dei costruttori (-84,55%) mentre quelle dei dealer sono tornate a crescere (+27,84%). Le immatricolazioni a ditte individuali, artigiani e professionisti a maggio sono state 2.594 (-5,64%), quelle delle aziende (proprietà e leasing) 6.295 (-3,57%).

Le alimentazioni – Il diesel continua l’inesorabile flessione nelle vendite: a giugno ha fatto segnare un calo delle immatricolazioni del 19,77%, mentre il benzina cresce in maniera più vigorosa: +27,31%. Ormai le immatricolazioni dei due principali carburanti si avvicinano: 74.000 le auto a benzina targate a giugno, 85.000 le auto a gasolio. In un solo mese sono state immatricolate circa 21.000 auto a gasolio in meno, mentre quelle alimentate a benzina sono state 16.000 in più. Le immatricolazioni di auto a gpl sono in crescita del 2,35%, mentre quelle delle vetture a metano sono invece calate sensibilmente per mancanza di prodotto: -23,91% (corrispondenti a oltre 1.200 unità in meno). Le elettriche sono cresciute in maniera formidabile grazie agli incentivi, (+188% pari a 985 unità in più). Anche le ibride sono cresciute di 18,68 punti percentuali, passando dalle 7.986 di giugno 2018 a 9.478 di giugno 2019. Le ibride plug-in, ossia quelle incentivate dalla recente introduzione dell’ecobonus, hanno fatto segnare invece un regresso del 40%, pari a 287 unità vendute in più, data la scarsità di disponibilità di prodotto.

I segmenti – A giugno, i segmenti di volume a reggere il passo dello scorso anno e far segnare incrementi sono stati l’A (ossia le citycar), le auto di taglia superiore (segmenti D-E-F-G), i Suv di piccola taglia (segmenti A-B) e quelli di dimensioni medie (segmento C-Suv). Il segmento A ha fatto registrare un aumento delle immatricolazioni del 12,25% (sono oltre 3.000 unità in più), i Suv A-B sono cresciuti del 10,17%, sfiorando 35.000 immatricolazioni in un solo mese, a breve distanza dal segmento più importante del mercato, quello delle utilitarie di segmento B, che a giugno ha superato di poco le 35.000 vendite (-15%). Il segmento C-Suv è cresciuto del 3,88% (oltre 30.000 unità immatricolate). Nel cumulato dei primi 5 mesi sono stati immatricolati 450.000 suv/crossover, con una crescita di quasi 30.000 unità.

Le emissioni di CO2 –Nella prima classe di emissioni, quella agevolata dagli incentivi, a giugno il risultato è decisamente negativo: dopo il -2,31% del mese scorso le immatricolazioni sono crollate del 60,31%, soprattutto a causa dei privati ( -70,86%), del noleggio a lungo (-38%) e di quello a breve (addirittura -88,43%), segno che le vetture “green” hanno ancora tanta strada da fare per diventare appetibili. L’unico segmento in crescita è quello delle flotte aziendali, che fa segnare un +21,15%. Nella classe di emissione intermedia, ossia quella non influenzata dagli incentivi né penalizzata dall’eco-malus, le vendite sono rimaste quasi sullo stesso livello del giugno precedente. Invece nella categoria superiore ai 160 g/km di CO2, c’è la conferma che la nuova tassa da versare all’atto dell’immatricolazione non sta affatto penalizzando le vendite: a giugno (come lo scorso mese) è stato targato il 30% di veicoli in più, in particolare dal noleggio a lungo termine (+95,91%), dai concessionari e case auto (+47,45%) e, in misura minore, dalle RAC (+35,39%). Il governo ringrazia per questo insperato afflusso di denaro del solito inutile balzello.

Ultimi tre giorni – Trascorsi gli anomali mesi di aprile e maggio, a giugno le immatricolazioni tardive sono tornate alla consuetudine: negli ultimi tre giorni feriali di giugno (26-27-28) le immatricolazioni sono state il 44,46% sul totale del mese. In questi ultimi 3 giorni lavorativi sono stati immatricolati 83.094 veicoli su un complessivo di 186.912. La tabella allegata a questo comunicato, che evidenzia i numeri delle immatricolazioni degli ultimi tre giorni, è costruita secondo lo schema 80/20, ovvero mostra i marchi che con i loro volumi “fanno” l’80% del mercato e raggruppa sotto la voce “Altro” il restante 20%. Nel sesto mese dell’anno il costruttore che ha targato i maggiori volumi negli ultimi tre giorni è stato Jeep, che ha immatricolato il 65,36% delle sue vetture. Al secondo posto Mitsubishi (60,65%). Terza è Lancia (59,33%), seguita da Mini (57,48%) e Nissan (56,08%). Tra i virtuosi, Suzuki (18,33%), Kia (20,57%), Land Rover (28,34%), Mercedes (28,87%) e Smart (30,34%).

Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia ha così commentato i dati del primo semestre 2019: “Al giro di boa, il mercato dell’auto appare evidentemente in una situazione di stallo: le vendite dei privati, in assenza di sistemi incentivanti non limitati a veicoli di nicchia come elettriche ed ibride plug-in, stanno tornado a rallentare dopo un inizio anno in ripresa. Le vendite business, grazie alla peggiore fiscalità in Europa, non possono che stentare. Il noleggio a lungo termine, invece, sembra aver superato la crisi di fine 2018 e primo trimestre 2019, anche se il comparto marcia a due velocità: fra i primi 5 player del comparto (quasi il 76% del mercato del NLT), da una parte ALD e Leaseplan alla ricerca dei margini con una forte riduzione dei volumi e, dall’altra, Arval, Leasys e Volkswagen vanno a gonfie vele, con crescite a due cifre. Positivo il segnale che arriva dalle auto-immatricolazioni: quelle degli OEM sono ridotte a livello fisiologico, e quelle dei concessionari stanno rallentando per smaltire giacenze che nei mesi precedenti erano diventate allarmanti (speriamo anche per una riduzione della pressione sugli obiettivi da parte delle case mandanti). Il progressivo abbandono del diesel è ormai un conclamato danno per l’ambiente (le emissioni medie di CO2 sono aumentate) e un impoverimento delle tasche dei consumatori, che col benzina sostengono costi di rifornimento più elevati. D’altra parte, nessuna alimentazione alternativa riesce ancora a garantire una soglia di accesso accettabile a livello di prezzo e costi d’esercizio ridotti come l’auto a gasolio. Ci guadagnano solo le società petrolifere insomma, il risultato della scelta “eco-non-logica” del Governo”.