Il rent a car va in vacanza

Cosa c’è dietro il servizio, tra numero, operatori e modelli premium. E offerte low cost dove spesso la sorpresa è purtroppo dietro l’angolo.

di Salvatore Saladino, Country Manager Dataforce Italia

Arriva l’estate: tempo di vacanze e di viaggi. Come solitamente accade, per chi preferisce spostamenti itineranti, il noleggio a breve termine è una soluzione comoda e spesso economicamente vantaggiosa. A patto di programmare per tempo le prenotazioni. Già, perché contare sulle offerte last minute, oltre ad essere economicamente svantaggioso, è un’operazione ad alto tasso di rischiosità in quanto, specie per le località turistiche più affermate, durante i picchi vacanzieri il rimanere appiedati è una quasi certezza, nonostante la programmazione dei volumi e della distribuzione del parco dei rent-a-car abbia raggiunto un eccellente livello di efficienza.

Inflottamento tardivo

L’attività di approvvigionamento dei noleggiatori a breve termine (in media le vetture rimangono in parco per un periodo attorno ai 6-9 mesi) segue una ciclicità precisa: l’inflottamento, questo il termine tecnico che definisce l’acquisizione dei veicoli che verranno messi a disposizione dei clienti, raggiunge il picco nel periodo che precede il primo momento di innalzamento della domanda: le vacanze pasquali. Che quest’anno sono arrivate tardi, ma hanno offerto la possibilità di collegare altre giornate festive per un ponte straordinariamente lungo da Pasqua al 25 aprile e al primo maggio. A osservare i dati delle immatricolazioni di noleggio a breve termine, nel primo trimestre di quest’anno si nota che hanno avuto una pesantissima flessione, soprattutto per gli operatori di grandi e medie dimensioni (che controllano il 90% del mercato): in alcuni casi superiore al 30%, a cui è corrisposto un fortissimo recupero ad aprile (+33% è la media del mercato nel quarto mese dell’anno) e a maggio (+24,5%) che hanno riportato il cumulato dei primi 5 mesi esattamente sullo stesso livello dell’anno scorso (circa 120.000 unità nuove immesse nel parco circolante). I dati di giugno completeranno il quadro positivo del 2019, che gli operatori prevedono di buon livello per i volumi d’affari.

Niente “febbre a 40”

Ma per capire quale convenienza troveranno i clienti nel noleggiare l’auto quest’anno, occorre entrare in maniera ancora più approfondita nelle logiche di questo mercato, che per i costruttori di auto è un importante canale di smaltimento, o meglio, utile a “riequilibrare” le quote di mercato, di fatto il canale che “costa” di più alle case auto. Nonostante i volumi del noleggio a breve termine siano inferiori a quelli fatti dal noleggio a lungo termine (nel 2018 la forchetta è stata di quasi 90.000 vetture, quest’anno, fino a maggio, di sole 13.000), le scontistiche offerte dalle case auto sono le più elevate (come diceva un responsabile acquisti di un importante società di rent, è la cosiddetta “febbre a 40”: quando i fabbricanti d’automobili entrano in fibrillazione perché necessitano di vendere di più, si spingono a praticare sconti anche superiori al 40%). Più gli sconti sono alti, più una parte del vantaggio finisce nelle tasche del cliente finale, che può ottenere tariffe più basse. Ma stiamo parlando delle vetture davvero vendute alle RAC. Perché c’è l’altro lato della luna nel quale non si discute di sconti, ma solo di “holding cost”, ovvero il prezzo pagato dalla società di noleggio a breve termine per tenere una vettura per 6-8 mesi, vettura che dovrà poi essere restituita alla casa auto. Sappiate che esistono anche i casi di holding cost negativo, ovvero è la casa auto a pagare il noleggiatore per fargli tenere una determinata vettura per qualche mese.

Quest’anno, però, la febbre degli sconti non si è affatto sentita: quindi ben difficilmente assisteremo a campagne promozionali che propongono tariffe mirabolanti. Anche se c’è un fattore, negativo per gli operatori, che potrebbe rappresentare, viceversa, un vantaggio per l’utilizzatore del RAC: il ritorno delle località turistiche del Nord Africa tra le mete più competitive delle vacanze 2019, che potrebbe sottrarre parte della clientela alle spiagge della Penisola. Se il turismo nazionale non dovesse fare il tutto esaurito, non saranno soltanto le strutture di ospitalità a tagliare i prezzi, ma lo faranno anche i noleggiatori di auto per le vacanze.

Il lusso a portata di tasca

Quali auto troveremo nei piazzali dei noleggiatori? Tante vetture di nuova generazione (perché il noleggio a breve termine per i costruttori è un’opportunità formidabile di far testare i nuovi modelli a clienti del rent che potrebbero trasformarsi in compratori): molte utilitarie (per le tariffe low-cost) ma soprattutto suv e crossover, ideali per le vacanze. E, novità consistente dell’annata 2019, anche molte auto di classe media e superiore. Perché le previsioni danno per certo l’arrivo di molti vacanzieri stranieri, in particolare dalla Germania e dagli Stati Uniti. Si tratta di una tipologia di clientela dalla capacità di spesa superiore, che vuole viaggiare comodamente. A confermare questa tendenza, un operatore tra i più importanti, che solitamente viene scelto da buona parte dei clienti tedeschi, quest’anno ha inflottato parecchie centinaia di suv, berline e station wagon di categoria premium (ovviamente tedesche), e ha definito una politica di prezzi aggressiva, con il claim “noleggi di lusso, prezzi da utilitaria”.

D’altra parte, il boom del noleggio low-cost, dopo anni di crescita, che ha forzato tutta la concorrenza ad abbassare le tariffe, sta finalmente rallentando. Dico finalmente perché pagare un prezzo troppo basso significa sempre proporre un servizio poco trasparente, con contratti poco chiari, che portano invariabilmente a ricevere, a fine noleggio, tante spiacevoli sorprese: fatture aggiuntive di improbabili (o già pagati) costi di gestione, la rinotifica di contravvenzioni al Codice della Strada che prevedono spese di gestione della pratica di ben 45 euro oltre al costo della multa, e così via discorrendo. L’immagine del noleggio a breve termine è stata troppo spesso offuscata dal malvezzo di utilizzare tali pratiche commerciali scorrette (e talvolta sanzionate pesantemente dal Garante). Cominciano a crescere i clienti che, a fronte di una differenza di prezzo non molto elevata, preferiscono scegliere un operatore non low-cost per non incorrere in brutte sorprese, che potrebbero vanificare del tutto la convenienza economica sbandierata in fare di vendita del servizio.