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Il confronto fra i primi cinque Paesi del Vecchio continente
Analizzando il mercato dei primi due mesi del 2017 in Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna, ossia le nazioni automobilisticamente più rilevanti del Vecchio continente, si può notare che le immatricolazioni sono cresciute del 5,11 per cento.
Ma i tre canali non viaggiano alla stessa velocità: se gli acquisti dei privati sono cresciuti in linea con l’intero mercato (+4,86%), il canale True Fleets (cioè le vendite dirette alle aziende assommate ai noleggi a lungo termine) ha fatto segnare un incremento soltanto dell’1,86%, con Italia e Spagna in forte crescita (rispettivamente del 7,89% e del 13,31%), la Gran Bretagna e la Germania stabili (rispettivamente +1,77% e +0,69%), mentre la Francia presenta un saldo negativo del 10%.
Il terzo canale, quello degli Special channels (ovvero le autoimmatricolazioni delle case auto, delle concessionarie e i noleggi a breve termine), è infine quello che ha fatto segnare il maggior incremento: + 8,74%. Molto alto l’aumento delle immatricolazioni in Italia (+ 24,84%), a dimostrazione che non è proprio tutto oro ciò che luccica. Sia da noi che in Germania (+15,82%), il sostegno del mercato è merito in gran parte di forzature.
Il dato positivo in Italia, però, è costituito dalle vendite ai privati, che sono in forte crescita: +7,67%, ed è l’incremento maggiore tra i cinque Paesi. L’Italia si conferma, ancora una volta, la patria degli acquisti da parte dei cittadini: pur con un volume complessivo di 371.641 immatricolazioni a gennaio e a febbraio, contro le 485mila della Germania, nel nostro Paese sono state vendute ben 231.185 nuove auto a clientela retail, contro le sole 155.530 della Germania. Molto indietro anche Francia e Gran Bretagna, rispetto all’Italia.
Quasi un’auto su tre tra quelle immatricolate ai privati nei cinque Paesi porta la targa italiana. Il Paese dove si vendono più auto aziendali? Germania (con 116.473 nei primi due mesi di quest’anno) e Regno Unito (90.963). L’Italia, in questo caso, è dietro anche alla Francia (61.971 unità contro le 66.544 transalpine).
Negli Special channels, invece, la Germania precede tutti di anni luce: quasi la metà delle “self-registrations” avviene in questo Paese. Occorre precisare, però, che in Germania da sempre le autoimmatricolazioni dei costruttori rappresentano una fetta cospicua delle nuove targhe: in Germania operano alcuni dei maggiori car maker a livello continentale: Volkswagen con i suoi due brand di punta, Volkswagen e Audi, poi Mercedes, Bmw, Ford e Opel. È normale, quindi, che le auto-immatricolazioni siano moltissime.
Ma cosa succederà nei prossimi anni? Il Forecast di Dataforce sui cinque Paesi Top Europe non prevede sostanziali modifiche alla situazione attuale da qui al 2021. L’Italia si manterrà saldamente il Paese in cui i volumi di vendite ai privati saranno dominanti, con una crescita costante che porterà da 1,156 milioni di immatricolazioni del 2016 agli 1,220 milioni di quest’anno, per poi arrivare – stimiamo – a 1,35 milioni di unità nel 2021.
Previste in calo, invece, le vendite retail in Germania: da 1,173 milioni del 2016 saliranno a 1,2 quest’anno (comunque meno dell’Italia, mentre l’anno scorso la Germania ha prevalso di misura), per poi calare fino a 1,04 tra quattro anni. Medesimo discorso per il Regno Unito, in cui però la flessione delle vendite ai privati è iniziata nel 2016. Quest’anno saranno 1,15 milioni, nel 2021 potrebbero restringersi a 1,070. La Francia, invece, si manterrà più o meno sugli stessi volumi fatti registrare negli anni scorsi.
Nel canale True fleets, invece, l’Italia crescerà costantemente (tranne l’assestamento di quest’anno, come scritto in un altro articolo sul Rapporto Auto aziendali del Sole 24 Ore) fino a raggiungere le 400mila immatricolazioni nel 2021. Una notizia estremamente positiva: si consideri che nell’anno peggiore della crisi economica, il 2013, nel nostro Paese furono targate solamente 210mila auto business. Quasi la metà!
Negli Special channels, la tendenza che si vedrà nei prossimi anni è al ribasso, sebbene i volumi rimarranno comunque oltre i tre milioni di immatricolazioni complessive nei cinque Paesi. In Italia, però, non scenderanno mai sotto la soglia delle 350mila unità, con il 2017 previsto a quota 375mila unità.
Salvatore Saladino
L’autore è country manager Dataforce Italia