Non sarà una ripresa vera e propria. Piuttosto possiamo chiamarla “ripresina”. Il mercato dell’auto che, complice il Covid, nel 2020 ha vissuto uno degli anni più neri della sua storia, rialzerà la testa, ma i numeri sono destinati ad essere ancora lontani rispetto a quelli pre-crisi.
Per approfondire le prospettive del mercato dell’auto nel 2021, abbiamo intervistato Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia.
MERCATO DELL’AUTO 2021: LE PREVISIONI DI DATAFORCE
“Il nostro forecast prevede una modesta ripresa di tutto il comparto automotive: supponiamo che nel 2021 si possano immatricolare 1.550.000 vetture, con una crescita del 12% rispetto al 2020. Un volume appena sufficiente, diciamo di ‘galleggiamento’, ma che ci riporta indietro al quadriennio nero del mercato automobilistico tra il 2012 e il 2015. Ricordo che il 2020 si è appena chiuso a quota 1 milione 383 mila targhe. Se però confrontiamo questa previsione con il risultato di chiusura del 2019 (1.919 mila), il 2021 chiuderà con quasi il 20% in meno di immatricolazioni” spiega Saladino.
Sul versante dei veicoli commerciali, allo stesso modo, “la chiusura del 2021 è stimata attorno alle 160.000 unità (+7,4%, circa 10.000 unità in più del 2020). Questo volume, confrontato con quello del 2019 (179.000), è ancora sotto dell’11%”.
L’EFFETTO INCENTIVI
Dal primo gennaio sono partiti nuovi incentivi, che riguardano le auto elettriche, ibride e termiche con emissioni fino a 135 g/km. “A mio avviso – prosegue Saladino – ci saranno benefici, ma saranno modesti, anche se l’incremento dei fondi a disposizione degli acquirenti di vetture con emissioni da 61 a 135 g/km di CO2 potrebbe bastare per qualche mese, e non per pochi giorni come è avvenuto per gli incentivi varati ad agosto. Ma senz’altro non dureranno fino alla scadenza prevista, che è stata stabilita a fine giugno”.
Senza contare che per accedere al bonus sulle auto termiche è previsto l’obbligo della rottamazione di un usato ultradecennale. Come osserva Saladino, “i beneficiari saranno quindi solo i clienti privati e non certo gli utenti aziendali o quelli del noleggio. In tutta la Manovra, in effetti, si nota la colpevole dimenticanza sul lato dell’auto aziendale: non solo non è stato previsto nulla per un allineamento della fiscalità ai migliori standard europei ma ci si è accaniti sull’incremento della tassazione del fringe benefit”.
Riguardo ai volumi, Dataforce ipotizza che, con gli incentivi, si possano immatricolare al massimo 130.000 vetture e veicoli commerciali in più di quelli che si sarebbero potuti ottenere senza agevolazioni. “Ottimo sarebbe stato un unico stanziamento complessivo sulle tre fasce premiate: allora sì, si sarebbe dato un forte impulso allo svecchiamento del parco circolante, perché la stragrande maggioranza sarebbe stata spesa su vetture accessibili a livello di prezzo alla maggioranza delle famiglie” conclude il country manager.
LA CRESCITA DELLE AUTO ELETTRICHE E IBRIDE
Di sicuro, gli incentivi favoriranno le auto elettriche e ibride, che già nel 2020 sono cresciute in maniera importante. “Nel 2020 sono state immatricolate 32.500 auto elettriche, con un market share del 2,35% e 250.000 ibride (il 18% del mercato) – puntualizza Saladino – Di queste, 156.000, ovvero più del 60%, sono state mild hybrid (che solo da noi sono definite ibride, ma in elettrico non fanno nemmeno un metro). Le ibride vere, soprattutto le plug-in, sono ancora troppo care per raggiungere il target di utenza della maggior parte delle famiglie italiane”.
Per il 2021, “ipotizziamo il quasi raddoppio della quota di mercato delle elettriche pure (dal 2,35% al 4%), il doppio di quota delle plug-in (dal 2% al 4%), una crescita di quasi 3 punti delle ibride (dal 4,7% al 6,5%) e una ulteriore crescita delle mild hybrid dall’11,3% al 16,5% di quota”. Tradotto in numeri, Dataforce prevede oltre 50.000 immatricolazioni per le elettriche e oltre 370.000 unità per le ibride, con una quota di mercato totale del 31% per le auto elettrificate.
Per gli LCV, invece, il discorso è molto diverso: “qui – prosegue Saladino – il diesel vale quasi l’88% di quota e, con il benzina, il metano e il GPL, si arriva al 96% di tutto il mercato. Dove l’economicità dei costi di acquisto e di gestione e i tempi di trasferimento da A a B su qualsiasi distanza contano davvero, si vede quanto la politica non abbia le idee chiare su come gestire il futuro della mobilità, non solo in questo Paese, e soprattutto sui tempi di transizione, ormai imposti dai decisori, dai motori a combustione a quelli elettrici”.
IL FUTURO DEL NOLEGGIO
Facendo un focus sul noleggio, i trend saranno similari a quelli del mercato dell’auto. “Nonostante continui a pensare che, più che dal Covid, l’andamento del mercato auto sia influenzato dalle scelte di Governo, è scontato che il 2021 sarà in ripresa rispetto all’annus horribilis appena concluso. E di questo si riempiranno la bocca in troppi. Solo un’analisi comparata con il 2019 potrà dare una visione corretta” precisa Saladino.
Dataforce prevede che, nel mercato vetture, “il noleggio a lungo termine recupererà quasi il 20% rispetto al 2020 ma resterà ancora indietro di 10 punti rispetto al 2019. Il noleggio a breve termine chiuderà col 25% in più dei volumi rispetto al 2020 ma ancora il 38% in meno rispetto al 2019”.
Per i veicoli commerciali leggeri la situazione è stata e sarà meno critica grazie all’enorme impulso che il Covid ha dato alla logistica del trasporto merci e delle consegne a domicilio: “il noleggio a lungo termine crescerà dell’8% e, rispetto al 2019, chiuderà con soli due punti di distacco mentre il noleggio a breve termine farà un +24% e supererà il 2019 di due punti e mezzo”.
LE POTENZIALITA’ DEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE
“In generale, nel lungo periodo il noleggio a lungo termine è il canale con le maggiori opportunità di crescita. Dobbiamo ricordare che la pandemia ha prodotto, tra gli effetti secondari, una battuta d’arresto alla mobilità condivisa e a quella garantita dal trasporto pubblico. Gli strascichi di questo fenomeno proseguiranno per molto tempo e contribuiranno a spingere gli italiani verso forme di mobilità individuali: un’opportunità che gli operatori del Nlt non mancheranno di cavalcare” conclude Saladino.