L’impatto devastante del Coronavirus sul mondo del noleggio auto è ben fotografato dai numeri di marzo e dalle stime per i prossimi mesi. Facciamo il punto con Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia.
di Marco Castelli
Mercato e noleggio auto travolti dall’emergenza Coronavirus. Una realtà, purtroppo, ormai risaputa, che però trova una conferma ancora più concreta nei numeri di marzo e nelle stime effettuate per aprile e per i prossimi mesi.
Per approfondire lo stato dell’arte e le prospettive della ripartenza post Covid-19, abbiamo interpellato Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia.
GLI IMPATTI DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS SUL NOLEGGIO AUTO
Il lockdown del Paese, come è ovvio, sta mettendo a dura prova l’intera economia e il mondo delle quattro ruote, noleggio incluso. “Se, con due sole settimane di chiusura dei punti vendita durante il mese di marzo, il mercato ha fatto segnare -85%, con una media di immatricolazioni giornaliere di 141 unità, nei primi giorni di aprile il regresso è del 99%, media crollata a 44 vetture al giorno” spiega Saladino.
In uno scenario del genere, “aprile potrebbe chiudere sotto le 1.000 unità, contro le 188.500 dell’anno precedente. Le flotte aziendali in proprietà e noleggio tengono meglio rispetto ai privati, ma parliamo comunque di una situazione che viaggia fra il -97% e il -99%. In particolare, sul noleggio a lungo termine, l’allungamento dei contratti in scadenza sarà una sicura conseguenza. Le operations sono ferme e aprile per questo canale potrebbe chiudersi sotto le 300 targhe (furono 27.500 ad aprile 2019)”.
NOLEGGIO A BREVE TERMINE
Come sottolineato anche da Aniasa fin dall’inizio dell’emergenza, il canale del noleggio a breve termine è quello che soffrirà più di tutti la crisi.
“Il primo effetto sulle Rac è stato l’annullamento delle prenotazioni di Pasqua e la drastica diminuzione del canale business. Il comparto leisure rimarrà inattivo in larga parte anche dopo la fine dell’emergenza: ben difficilmente vedremo turisti stranieri in vacanza in Italia per parecchio tempo. E i vacanzieri italiani, sempre che il portafoglio lo permetta, faranno ferie non a lungo raggio e utilizzando mezzi propri”.
Anche il comparto business faticherà a uscire dalla recessione. Secondo Saladino, “la massiccia diffusione dello smart working e l’implementazione di sistemi di comunicazione on-line, uniti alla necessità di ottimizzare i costi aziendali per recuperare margini di profitto dopo le perdite dovute al lockdown, tenderanno a limitare le spese di trasferta agli spostamenti indispensabili. Quindi è ipotizzabile un abbandono del noleggio a breve termine da parte di chi viaggia per lavoro, a meno che non si garantisca la sanificazione dell’auto e che la consegna avvenga in un contesto “protetto” praticamente senza operatore”.
Secondo la stima più recente del forecast di Dataforce, “il noleggio a breve dovrebbe perdere quest’anno il 54,7% delle immatricolazioni. In sostanza il settore si dovrebbe attestare a 80.000 unità (quasi 100.000 in meno rispetto al 2019), sempre che ci sia un’inflottamento anticipato a dicembre 2020”.
NOLEGGIO A LUNGO TERMINE
Anche il noleggio a lungo termine, pur in dimensioni più contenute, subirà conseguenze ben precise nei prossimi mesi. “Quello che il lungo termine perderà in termini di volumi sarà più sulle Partite IVA e sulle piccole aziende rispetto alle grandi flotte corporate, che verranno ‘efficientate’ solo nella misura delle riduzioni di personale che decideranno di fare. Il forecast di Dataforce ipotizza che il lungo termine possa contenere l’emorragia al 26,4%. In sostanza il Nlt dovrebbe scendere a 207.000 immatricolazioni (con una perdita di 74.000 targhe sul 2019)”.
Il fenomeno delle proroghe dei contratti caratterizzerà tutto il 2020 ma, precisa Saladino, “sarà soprattutto un prolungamento di necessità per chi uscirà dalla crisi con una situazione economico-finanziaria danneggiata e che quindi non verrebbe più affidato in caso di richiesta di un nuovo contratto. Forse non ci sarà nemmeno necessità di riparametrare le percorrenze: da un lato il fermo veicoli durante il lockdown e l’aumento dello smart working, dall’altro, chi sarà costretto a viaggiare per lavoro (attenzione, ho usato costretto non a caso) non userà più treni, aerei, sharing, Rac e mezzi pubblici ma la sua auto. Calcolare oggi l’impatto netto di queste variabili è impossibile”.
Infine, è ipotizzabile un rallentamento della transizione verso l’elettrico e l’ibrido plug-in. “Non posso immaginare che l’Unione Europea non sospenda per quest’anno le sanzioni sulla CO2 (leggi l’approfondimento) così come non riesco a ipotizzare che le aziende, dopo il Covid-19, possano permettersi policy di acquisto molto più onerose rinunciando ai vantaggi economici, di gestione e (ormai ampiamente dimostrato) di impatto ambientale che le moderne auto a gasolio garantiscono più di qualsiasi altra alimentazione” osserva il Country Manager di Dataforce.
Leggi anche: le proposte di Aniasa per far ripartire il settore e la mobilità
RENT A CAR: PROSPETTIVE DI RIPARTENZA
Abbiamo poi chiesto a Saladino cosa potranno fare nei prossimi mesi le società di Rac per provare a fare business in questa situazione di assoluta emergenza. “I player – ci risponde – sicuramente cercheranno di offrire ai clienti proposte di noleggio ‘quasi’ mensili da chiudere e riaprire alla bisogna. Non è una novità, ma sicuramente una possibilità per il breve termine di soddisfare le necessità di chi ha ordinato e sta aspettando una vettura di lungo termine o di chi non risulta più affidabile per finanziare o noleggiare una vettura ma può utilizzare la sua carta di credito per averla”.
Possibile ipotizzare anche formule di noleggio a medio termine a prezzi molto bassi? “Lato prezzo, se devo mettermi nei panni del cliente, sarei disposto a pagare anche di più se fossi garantito sull’aspetto ‘virus free’ e su procedure di consegna e restituzione a prova di contagio, ma sempre restando sullo stesso livello di prezzo degli operatori di Nlt che il mestiere del medio termine lo sanno fare molto bene – osserva Saladino – Ma le azioni maggiori sulle flotte bloccate saranno quelle di rivendere le auto appena possibile se l’acquisto è stato fatto ‘on risk’ o di anticipare la restituzione alla Casa auto perché per quest’ultima forse è meglio avere la vettura che non incassare l’holding cost”.
LE PROSPETTIVE DEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE AI PRIVATI
L’obbligo di distanziamento sociale e la paura del contagio lasceranno certamente effetti sui cittadini per un lungo periodo, che andrà oltre il 2020. In prospettiva, questo aspetto potrà dare linfa all’auto privata e, in particolare, al noleggio a lungo termine rivolto alle persone senza Partita Iva.
“È quasi certo – conclude Saladino – che l’auto in condivisione subirà un crollo paragonabile a quello del noleggio a breve termine. Chi se la sentirà di mettersi al volante di un’auto guidata poco prima da chissà chi altro? Il noleggio ai privati continuerà a crescere, per il semplice motivo che fino ad oggi è stato concesso a persone con redditi certi da busta paga e questi stessi privati (se le aziende che danno loro lavoro reggono) saranno quelli che usciranno meglio da questa crisi, con ancora più risparmi e voglia di spenderli. Lo stop della mobilità condivisa e in generale di qualsiasi forma di mobilità ‘affollata’ farà sicuramente da volano per il noleggio e l’acquisto di vetture, anche usate, ma solo per determinate fasce di popolazione, quelle con reddito certo”.