Per la prima volta quest’anno il mercato auto fa segnare un risultato positivo (+1,59% per le Passenger Cars) dopo i tre mesi negativi. Ad aprile, le nuove targhe di vetture sono state 175.049 per un incremento di 2.745 unità. Veicoli commerciali in spolvero (+12%), diesel che continua a perdere ed ecobonus che comincia a mostrare gli effetti sono i punti salienti del monitoraggio delle immatricolazioni. Per le flotte aziendali buone notizie: su le vendite dirette e il NLT torna al segno più. Vediamo in dettaglio.
Nel quarto mese dell’anno sono stati immatricolati complessivamente 188.575 veicoli (Passenger Cars + Light Commercial Vehicles) a fronte dei 184.382 dell’aprile 2018 (+2,27%). Questi dati non comprendono le importazioni parallele, ossia le targhe di veicoli nuovi che non sono transitate attraverso gli importatori ufficiali, che ad aprile sono state 16.105 (Passenger Cars) rispetto alle 8.623 dello stesso mede del 2018: +86,77%, cui si sono aggiunti 416 veicoli commerciali leggeri (+10,64%). Il forte incremento del mercato parallelo, quasi raddoppiato, ha contribuito a far risalire il mercato dalla flessione registrata nel primo trimestre. Complessivamente, però, il comparto rimane in territorio negativo: -0,76%, con un totale di 847.442 nuove targhe in questo primo quadrimestre del 2019.
In positivo ad aprile il comparto delle vendite dirette aziendali: +1,53%. Bene anche gli altri canali di distribuzione: il noleggio a lungo termine è tornato al segno più, con un incremento del 13,49% (ma rimane negativo nel quadrimestre per 7,19 punti, perdendo 8mila contratti), il breve termine ha fatto segnare un incremento del 33,28% (riducendo la perdita quadrimestrale al 6,03%).
Sono gli operatori “captive” (cioè quelli controllati dai costruttori) ad evidenziare un trend molto positivo (+49,71%), mentre i generalisti Top hanno fatto segnare un ennesimo decremento: -10,81%, da imputare comunque a 3 dei primi 4 player del comparto. “Per la prima volta da anni, ad aprile le captive hanno superato i volumi delle concorrenti generaliste: 13.835 contratti per le prime e 13.117 per le seconde. Complessivamente il NLT ha immatricolato ad aprile 27.481 vetture contro le 24.215 dell’aprile 2018”, sottolinea l’analisi di Dataforce.
L’altra buona notizia è che le auto-immatricolazioni dei concessionari continuano a diminuire (-12,73%) così come quelle degli OEM (-88,84%), cioè delle case. Un bene, che spinge le vendite dei privati, “i quali non trovando più tutto il ‘finto nuovo’ dello scorso anno, acquistano il ‘vero nuovo – spiegano gli analisti-. Di fatto, un mercato più sano”.
Aprile è stato il secondo mese degli eco-bonus: tra elettriche e ibride plug-in, cioè le tipologie di vetture che possono ambire all’incentivo, sono state 1.766 unità vendute, con un incremento di quattro volte rispetto allo scorso anno, seppure con un contributo modesto nei numeri assoluti.
“Ad aprile è iniziato a farsi sentire l’effetto dell’eco-bonus, che ha consentito un’impennata delle vendite di auto elettriche (quadruplicate), ma che rimangono su livelli nettamente inferiori alla media europea. In forte aumento anche le immatricolazioni di auto ibride plug-in (triplicate), ma le statistiche indicano chiaramente che i numeri necessari a un reale svecchiamento del parco circolante non potranno essere raggiunti dall’attuale schema di bonus-malus. Gli automobilisti italiani avrebbero bisogno di ben altri incentivi, che possano premiare auto di maggiore diffusione e soprattutto con prezzi di acquisto ben più bassi dello ‘scontrino medio’ di una plug-in o di una elettrica. L’usato fresco in questo disegno è il vero escluso, e ci perderemo tutti in questo. Parallelamente è da notare che l’eco-malus non ha orientato le scelte dei consumatori verso motorizzazioni con emissioni inferiori ai 160 g/km di CO2, anzi: le immatricolazioni delle auto penalizzate dall’eco-tassa sono cresciute del 43%. Guarda caso, in questa fascia, il peso del diesel ad aprile è stato del 75% mentre sul cumulato dell’80%. Perché, a conti fatti, l’evidenza sta dimostrando che l’economia di esercizio garantita dai diesel moderni riesce anche a superare l’ennesima gabella che colpisce la mobilità degli italiani”, osserva Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia.